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Al via il progetto "Rosa cipria" per le donne in menopausa

24 Aprile 2018 16:18, di Redazione
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Ogni donna in peri menopausa e post menopausa ha diritto ad un idoneo percorso diagnostico e terapeutico che abbia il carattere della multidisciplinar...

Ogni donna in peri menopausa e post menopausa ha diritto ad un idoneo percorso diagnostico e terapeutico che abbia il carattere della multidisciplinarietà e che sia in grado di integrare l’attività clinica di diagnosi e cura, con interventi di tipo preventivo. Le problematiche legate alla salute della donna in peri e postmenopausa spaziano da quelle che insorgono nella “fase di transizione” fino a quelle che gravano maggiormente durante la terza età. Dal concetto di “maturazione” fisica della donna nasce il progetto “Rosa cipria” rivolto a tutte le donne della provincia di Trapani di età compresa tra i 45 e 60 anni. Nei Consultori familiari dell’ASP è possibile integrare l’attività clinica, di diagnosi e cura, con interventi di tipo preventivo legati all’educazione sanitaria. Nei reparti di Ostetricia e Ginecologia degli ospedali è possibile completare la diagnosi ed effettuare specifici esami (mammografia, ecografia al seno, densitometria). Come coordinatori del progetto sono stati individuati, dal commissario dell’ASP Giovanni Bavetta, Laura Giambanco, direttrice del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Sant'Antonio Abate di Trapani e Natalino Ferrara, capo dipartimento per i Consultori familiari. “Anche se la vita media della donna, con una aspettativa di vita 85 anni, è aumentata - commenta Bavetta - l’epoca di insorgenza della menopausa non ha subito alcuna variazione. Ciò significa che le donne trascorreranno, in media, un terzo della loro vita in menopausa; donne socialmente attive che richiedono una migliore qualità di vita e alle quali il Servizio Sanitario deve dare una risposta. La menopausa è un evento fisiologico nella vita, ma le sue conseguenze possono non esserlo; bisogna dunque garantire un invecchiamento in salute”. “I medici di medicina generale saranno coinvolti in questo percorso – spiega Laura Giambanco - in quanto spesso rappresentano il primo ‘sportello di ascolto’ delle donne. Crediamo in questo progetto, perché la prevenzione rappresenta un intervento efficace per contrastare quelle patologie condizionate da molteplici fattori (genetici, costituzionali o ascrivibili allo stile di vita). Educare alla salute comporta l’acquisizione di coscienza e conoscenza da parte delle donne di abitudini alimentari corrette, dell’importanza dell’attività fisica, di terapie o integrazioni alimentari che garantiscono una buona qualità di vita”.

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