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Castellammare del Golfo | Attualità

Fermata la moglie del foreign fighter castellammarese morto in Siria

24 Giugno 2017 15:23, di Ornella Fulco
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E' stata fermata nelle scorse ore a Tortona, nell'Alessandrino, ed è ora reclusa nel carcere di Torino con l'accusa di terrorismo internazionale in at...

E' stata fermata nelle scorse ore a Tortona, nell'Alessandrino, ed è ora reclusa nel carcere di Torino con l'accusa di terrorismo internazionale in attesa che il gip convalidi l'arresto, la moglie di Francesco Cascio, il 27enne di Castellammare del Golfo morto lo scorso dicembre in Siria come foreign fighter. Il padre del giovane è un dipendente della Prefettura di Trapani. Attualmente è in congedo per malattia e sarebbe prossimo alla pensione. Lara Bombonati, 26 anni, era stata fermata a gennaio scorso in Turchia, vicino al confine con la Siria, e successivamente espulsa. Rientrata in Italia è stata costantemente monitorata dalla Digos che sta ricostruendo i suoi contatti con alcuni soggetti maghrebini. Il fermo sarebbe scattato perché la giovane avrebbe manifestato l'intenzione di ripartire per la Siria. Secondo gli investigatori sarebbe inserita nel gruppo Hayat Tahrir al-Sham, l'Organizzazione per la liberazione del Levante, un gruppo islamista molto radicale che combatte a est di Aleppo contro il regime siriano di Assad e contro  lo Stato Islamico. Secondo quanto sostengono gli inquirenti Lara Bombonati faceva da staffetta tra la Siria e la Turchia per conto delle milizie jihadiste. Il 13 ottobre 2016 i suoi famigliari avevano denunciarono alla Polizia la scomparsa della figlia e del genero, con cui non riuscivano più a mettersi in contatto dopo che i due giovani erano partiti per la Turchia dicendo che ci andavano per studiare il Corano. Dopo la conversione all'Islam, la donna si era trasferita con il marito - che si faceva chiamare Muhammad - in Turchia e in Siria dove, dopo l'affiliazione al gruppo combattente, si occupava di dare assistenza logistica, sanitaria e psicologica ai combattenti. E spesso, appunto, faceva da staffetta verso la Turchia per consegnare o acquisire documenti. Secondo gli investigatori Bombonati voleva diventare martire ed era impegnata nella spasmodica ricerca del jihad. Comunicava solo attraverso chat sicure e aveva preso il nome islamico di Khadija. Pare sia stata proprio lei a spingere il castellammarese Francesco Cascio a diventare un combattente.

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