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Mazara del Vallo | Cronaca

Il vescovo Domenico Mogavero indagato per appropriazione indebita

17 Dicembre 2015 20:10, di Ornella Fulco
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La Procura di Marsala ha avviato un'indagine su monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara. Per l'ex sottosegretario della Conferenza Episcopale I...

La Procura di Marsala ha avviato un'indagine su monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara. Per l'ex sottosegretario della Conferenza Episcopale Italiana e commissario Cei per le Migrazioni, l'accusa è di appropriazione indebita. Avrebbe sottratto 180mila euro provenienti da conti intestati alla Diocesi facendoli transitare sul proprio conto corrente attraverso bonifici e assegni. Mogavero è stato ascoltato ieri dai magistrati titolari dell’indagine che è coordinata dal procuratore Alberto Di Pisa e condotta dalla Guardia di Finanza. Sotto inchiesta anche l’ex economo della Diocesi, don Franco Caruso - attualmente parroco a Santa Ninfa - a cui vengono contestati i reati di appropriazione indebita e malversazione. Anche lui, tramite assegni e bonifici, avrebbe sottratto 120 mila euro della Diocesi e, potendo operare sui conti correnti e avendo la disponibilità delle somme erogate dalla Cei, invece di destinare il denaro ad interventi caritatevoli, avrebbe speso oltre 250 mila euro per altre finalità. Parte del denaro - secondo la tesi della Procura marsalese - sarebbe andato a don Vito Caradonna, il sacerdote marsalese sospeso a divinis dopo una condanna per tentata violenza sessuale su un uomo e attualmente sotto processo, a Marsala, per circonvenzione di incapace. Monsignor Mogavero, peraltro, non rinnovò l’incarico a don Caruso dopo aver accertato che la Curia, fino al 2008 con i conti in attivo, sotto la sua gestione aveva accumulato debiti per oltre 5 milioni di euro. Anche l’ex economo sarebbe stato sentito ieri in Procura ma si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere. Sulla vicenda il difensore del vescovo, l'avvocato Stefano Pellegrino, commenta: «I fatti sui quali monsignor Domenico Mogavero è stato chiamato a rispondere sono risalenti agli anni 2010-2011 e attengono ad anomalie nella gestione dell’economato della Curia rilevate e denunciate alla Procura dallo stesso vescovo lo scorso anno. Al primo sospetto di irregolarità gestionale del servizio economato della Diocesi, provvide ad incaricare due consulenti fiduciari per verificare la corretta applicazione della normativa canonistica e concordataria nella gestione della Diocesi, nonché accertare la regolarità della redazione dei rendiconti e dei finanziamenti della Cei». «Poiché dalle citate relazioni si evidenziarono condotte che avrebbero potuto integrare estremi di reato - conclude l'avvocato di Mogavero - il vescovo ritenne opportuno trasmettere alla Procura della Repubblica la consulenza dei dottori Roberto Ciaccio e Gianfranco Sciamone, manifestando la propria volontà querelatoria e chiedendo, al contempo, di essere sentito dal Procuratore della Repubblica». Una vicenda che può apparire paradossale, quella che riguarda adesso monsignor Mogavero che fu inviato, nel 2011, da papa Benedetto XVI a Trapani come visitatore apostolico per chiarire i fatti di tipo amministrativo emersi dall'inchiesta su presunte truffe commesse ai danni della Curia da don Ninni Treppiedi. Una vicenda che però, negli anni, ha avuto sviluppi inattesi con il coinvolgimento dell'allora vescovo Francesco Micciché che, da parte lesa è diventato indagato dalla Procura di Trapani che lo accusa di essersi appropriato di somme ingenti provenienti da fondi dell’otto per mille.

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