Mancato pagamento tassa rifiuti: Trapani è settima
Trapani al settimo posto in Italia per mancato pagamento della Tassa sui rifiuti Trapani è la settima provincia in Italia per il mancato pagamento de...
Trapani al settimo posto in Italia per mancato pagamento della Tassa sui rifiuti Trapani è la settima provincia in Italia per il mancato pagamento della tassa dei rifiuti. A dirlo è l’analisi di Crif Ratings condotta sui bilanci dei Comuni italiani che ha analizzato i mancati incassi su base pro capite relativi alla tassa rifiuti del 2016, evidenziando le differenze emergenti a livello regionale, provinciale e di città metropolitane. Nella provincia di Trapani mancano all’appello 68 euro per cittadino. Confrontando le regioni italiane tra loro si nota come la Sicilia si posizioni al secondo posto per la mancata riscossione pro capite della tassa sui rifiuti con una media di 77 euro su un accertato del 38%. Al primo posto vi è il Lazio (con 121 euro e quasi il 51% degli importi accertati), al terzo la Campania (63 euro) e al quarto la Calabria (circa 45 euro). Tra le regioni virtuose si trovano quelle a statuto speciale del Nord Italia (Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Val d’Aosta), la Lombardia e il Veneto con mancati incassi pro capite inferiori a 10 euro (ovvero meno dell’4% sull’accertato). A livello nazionale, secondo il report di Crif Ratings, ogni anno manca all’appello il 20% dei corrispettiv i dovuti che, tradotto in altre parole, significa che una famiglia italiana su cinque non paga. L’ammanco ha raggiunto 1,8 miliardi di euro nel 2016 e si è attestato mediamente intorno a 1,7 miliardi- annui nel triennio 2014-2016. I dati relativi ai mancati incassi, esposti in modo aggregato su base pro capite per l’ambito territoriale di riferimento, sono calcolati come differenza accertamenti della Tassa Rifiuti (TARI) e l’ammontare effettivamente riscosso. In generale CRIF Ratings rileva che la TARI rappresenta in media circa il 30% del totale delle entrate tributarie e risulta essere il tributo che maggiormente si presta a non essere pagato dagli utenti data la natura “quasi universalistica” del servizio. Infatti, risulta difficile discriminare la raccolta per le utenze morose. Sebbene la base del tributo sia legata al principio del “chi inquina paga” sancito dell’Unione Europea, il corrispettivo dovuto dall’utenza è legato esclusivamente ad elementi che esulano dall’effettivo utilizzo del servizio (ovvero superficie dell’abitazione e numero componenti del nucleo familiare) e, pertanto, tende ad amplificare le esternalità negative di comportamenti spesso “non etici”. Inoltre, dal punto di vista finanziario, l’applicazione della logica del tributo fa restare in capo ai Comuni il rischio di mancata riscossione.
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