L'ex deputato Paolo Ruggirello torna in carcere
La Cassazione deposita le motivazioni
Torna in carcere l'ex deputato regionale Paolo Ruggirello. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Trapani, collegio presieduto dal giudice Daniela Troja, che ha rigettato la richiesta di trasferimento ai domiciliari avanzata dai legali dell’ex politico. A fine marzo gli era stato diagnosticato il coronavirus per questo motivo era stato ricoverato all’ospedale “Cotugno” di Napoli.Â
Ruggirello, è stato oggetto di varie perizie da parte dei medici indicati dal Tribunale, e da quelli della difesa che sostenevano l’incompatibilità col regime carcerario del loro assistito per lo stato dei luoghi delle carceri di Santa Maria Capua Vetere, dove l’ex parlamentare si trovava dal luglio dello scorso anno e dove ha dovuto far rientro ieri.
Lo scorso 12 maggio - con la riapertura dell’attività giudiziaria - era iniziato il processo ordinario in cui il politico era imputato con l’accusa di associazione mafiosa davanti ai giudici del Tribunale di Trapani che hanno stralciato la sua posizione, soprattutto per consentire l’avvio della fase processuale. Il processo scaturisce dall’omonimo blitz Scrigno, eseguito dai carabinieri lo scorso anno anno su richiesta della Dda di Palermo, per cui furono arrestati l’ex deputato all’Ars Paolo Ruggirello, il presunto capomafia della città Francesco Orlando e i fratelli Francesco e Pietro Virga, figli del boss di Valderice Vincenzo Virga, arrestato da latitante nel 2001. L’indagine - oltre alle dinamiche interne della mafia di Trapani - ipotizzò l’interesse di condizionare le elezioni regionali del 2017 e quelle amministrative di Erice dello stesso anno.
In 21 pagine, il magistrato ha spiegato anche a seguito delle perizie disposte, che l’assistenza medica della struttura carceraria sarebbe adeguata al quadro clinico dell’imputato. Anche i PM della DDA avevano espresso parere negativo sulla scarcerazione di Ruggirello.
Lo scorso 8 aprile, la Suprema Corte di Cassazione, sesta sezione penale presieduta da Giorgio Fidelbo, accogliendo i motivi di ricorso degli Avvocati Carlo Taormina e Vito Galluffo aveva annullato, con rinvio, l’ordinanza del Tribunale della Libertà di Palermo che confermava il rigetto della istanza di scarcerazione del GIP di Palermo.
Per la Cassazione la posizione cautelare in carcere deve essere valutata  “in rapporto al grado di concreta ed attuale ripetibilitĂ della situazione che ha dato luogo alle dinamiche collusive del Ruggirello” e dunque “se sia ancora necessaria.” Anche e soprattutto sulla scorta della stessa ordinanza del Riesame che ha stabilito il presunto reato “di concorso esterno che, per definizione, non rende un soggetto parte del sodalizio mafioso”, quindi, non rendendo necessario “il ricorso in via esclusiva alla misura carceraria e che, in relazione al caso concreto, può essere soddisfatto da altre misure”, cosi come – scrivono gli ermellini – ampiamente stabilito nella recente giurisprudenza.Â
Ora si dovrĂ attendere il Tribunale del Riesame. A Palermo, si deciderĂ , entro 10 giorni, se attenersi alle direttive degli ermellini oppure pronunciarsi diversamente.Â
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