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A Palermo si discute sul ruolo delle Province

04 Luglio 2012 10:29, di Niki Mazzara
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Palermo, 4 luglio 2012- Il ruolo delle Province Regionali nell’area vasta. E’ questo il tema che sarà discusso lunedì prossimo, 9 luglio, con inizio a...

Palermo, 4 luglio 2012- Il ruolo delle Province Regionali nell’area vasta. E’ questo il tema che sarà discusso lunedì prossimo, 9 luglio, con inizio alle ore 9,30, presso il Castello Utveggio di Palermo, nel corso di un apposito convegno dei Consiglieri Provinciali di tutta la Sicilia, organizzato dall’URPS, che offrirà l’occasione per un ampio ed approfondito confronto sulle riforme istituzionali in corso. Lo ha comunicato ieri sera in Aula il Presidente del Consiglio Provinciale di Trapani, Peppe Poma, il quale, assieme ad altri Consiglieri, interverrà personalmente al predetto convegno i cui lavori saranno introdotti dal Presidente dell’URPS, Giovanni Avanti, mentre specifiche relazioni sui temi dei profili costituzionali del quadro normativo regionale e nazionale sull’ordinamento delle Province e sul ruolo delle Province nell’assetto istituzionale nazionale e regionale, saranno svolte dalla Prof.ssa Ida Nicotra e dall’On. Nanni Ricevuto. Infine, dopo l’intervento del Dott. Massimo Greco in rappresentanza dei Presidenti dei Consigli Provinciali, avrà luogo un dibattito tra i Consiglieri presenti. In un momento particolarmente delicato per il ruolo delle Province Regionali ma anche per la situazione economica e finanziaria del Paese, in particolare per la Regione Siciliana, – afferma il Presidente, Peppe Poma – intendo ribadire anche in questa importante occasione, seppur non si parla più di soppressione, sic et simpliciter, degli Enti Provincia ma di riduzione e accorpamenti,  il convinto e motivato “no” del Consiglio Provinciale di Trapani allo stravolgimento delle loro funzioni e del loro assetto politico-istituzionale che implicherebbe altresì l’eliminazione di precisi cardini di riferimento storico e culturale, senza dimenticare che la “diminutio” del decentramento democratico è sempre e comunque un fatto molto negativo. Paradossale poi – aggiunge il Presidente Poma – che per dare fiato al ritornello di moda, cioè lo spending review, ci si accanisca contro le Province che incidono per la minima parte (1,5%) sull’enorme costo della politica e che, nella stragrande maggioranza dei casi, risultano essere Enti virtuosi avendo rispettato tutti i vincoli imposti dalla stringente normativa, con particolare riferimento al rispetto del cosiddetto patto di stabilità interna che, nel caso per esempio della Provincia Regionale di Trapani, ci impedisce di utilizzare le risorse disponibili per realizzare le strutture necessarie per lo sviluppo del territorio, a cominciare, tra l’altro, dalla realizzazione di edifici scolastici di proprietà che consentirebbe anche di abbattere il gravoso costo dei tanti locali che siamo costretti a prendere in locazione. Quest’aspetto della situazione però non viene portato a conoscenza della gente. Inoltre, se c’è una pubblica amministrazione locale che è riuscita, nonostante tutto, a fare qualcosa di concreto per la crescita economica, grazie al notevolissimo impulso dato al turismo con il funzionamento dell’aeroporto civile di Birgi, è proprio la Provincia di Trapani che, tramite la partecipata Airgest, di cui è socio di riferimento e che ha praticamente ottenuto la concessione trentennale, è riuscita persino a rilanciare le attività dell’indotto. Mi chiedo, con la prevista riforma ed i ventilati tagli, che fine faranno le società partecipate con i loro dipendenti. Chi si accollerà le relative spese? Forse i Comuni, quasi tutti con gravissimi problemi di bilancio, o la Regione Siciliana i cui residui passivi, cioè i debiti per spese già impegnate ma non ancora pagate, come denunciato in questi giorni dalle sezioni riunite della Corte dei Conti, sono pericolosissimamente cresciuti  da 5 a 7 miliardi di euro? Purtroppo, - afferma ancora Peppe Poma - l’autonomia fa sì che la Sicilia abbia la titolarità delle proprie funzioni, ma nei fatti non la esercita. Evidenzio quest’aspetto perché, in realtà, il problema non è tanto la soppressione o l’accorpamento o la diminuzione del numero delle Province quanto la necessità di porre maggiore attenzione all’esigenza che le stesse Province hanno di essere messe nella condizione, finalmente reale e non più presunta, di gestire la titolarità delle proprie funzioni e delle proprie competenze garantendo a questi Enti, tramite anche l’attuazione del federalismo fiscale, l’effettiva autonomia finanziaria, interrompendo la continua proliferazione di organismi, quali Ambiti, Agenzie, Commissari, Autorità, che sottraggono al controllo ed al giudizio degli elettori scelte e decisioni di grande rilievo e,soprattutto, a fronte di una falsa prospettiva di occupazione, impediscono all’Ente Provincia di offrire al territorio di competenza anche quelle possibilità di sviluppo e di lavoro che, pure in un periodo di crisi generalizzata, sarebbero in grado di garantire.  Nel precisare infine che in atto tutto ciò che riguarda le Province Regionali della Sicilia, in particolare il presunto accorpamento della Provincia di Trapani con quella di Agrigento, allo stato sono solo ed unicamente delle “voci” più o meno interessate – conclude il Presidente del Consiglio Provinciale – voglio ricordare all’Assemblea ed al Governo della nostra Regione che, proprio grazie all’autonomia siciliana, non sono obbligati a recepire passivamente, entro il prossimo 31 dicembre, quanto previsto dal cosiddetto decreto “Salva Italia” in materia di Province, mentre appare condivisibile la proposta riforma istituzionale per quanto concerne le Prefetture e le Questure, l’accorpamento dei Comuni sotto i 10 mila abitanti e la soppressione degli ATO, dei Consorzi e di altri enti effettivamente inutili se non per fungere da carrozzoni che costano un occhio della testa ai cittadini-contribuenti senza alcun beneficio in termini pratici.

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