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Accusato di estorsione e stupro: il Tribunale lo giudica innocente - Trapani Oggi

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Accusato di estorsione e stupro: il Tribunale lo giudica innocente

31 Ottobre 2013 18:25, di Redazione
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Era accusato di estorsione e violenza sessuale, ma il processo, celebrato davanti al Tribunale di Trapani, si è concluso con la sola condanna a sei me...

Era accusato di estorsione e violenza sessuale, ma il processo, celebrato davanti al Tribunale di Trapani, si è concluso con la sola condanna a sei mesi di reclusione, pena sospesa, per tentata violenza privata. Si è chiusa in questo modo la vicenda giudiziaria - e anche umana - di Giacomo Mannina, meccanico trapanese di 53 anni, incensurato, che era stato arrestato due anni fa dagli agenti della Squadra Mobile di Trapani. L'uomo, che operava anche come pranoterapeuta, era stato accusato di estorsione a seguito della denuncia presentata da un suo "paziente", Gaspare Di Fazio, e di violenza sessuale ai danni di due donne. Secondo quanto riferito da Di Fazio, Mannina lo aveva costretto a pagare mensilmente una somma di 150 euro e, quando lui si era rifiutato di farlo, gli aveva incendiato l'auto. "Una vicenda - commenta il suo avvocato difensore, Salvatore Alagna - che ha dell'incredibile, stante il fatto che il mio assistito era innocente e ha dovuto subire una vera e propria gogna mediatica per il carattere particolarmente infamante delle accuse che gli erano state mosse". Per Mannina era stato chiesto il giudizio immediato e l'appartamento in cui viveva - e di cui stava ancora pagando il mutuo - è stato sottoposto a sequestro conservativo a garanzia del risarcimento del danno. Danno che, in effetti, è risultato non esserci perchè nè le immagini riprese da una telecamera piazzata nell'officina dalla Polizia nè i numerosi testimoni citati dall'accusa, hanno evidenziato passaggi di denaro tra il guaritore e Di Fazio o altri suoi pazienti. Anche le accuse di violenza sessuale nei confronti di due donne sono cadute: una per intevenuta prescrizione, e l'altra perchè la presunta vittima ha confermato, durante il dibattimento, che il suo rapporto con Giacomo Mannina era da ascriversi ad una normale relazione sentimentale. "Anche per quanto riguarda la contestazione di esercizio abusivo della professione di pranoterapeuta - sottolinea l'avvocato Alagna - le accuse si sono rivelate inconsistenti perchè, in effetti, non esiste nel nostro Paese un albo o qualcosa di simile che disciplina questo tipo di attività che vanno, piuttosto, inserite nel contesto delle pratiche empiriche e non certo in quello della scienza conclamata". "Giacomo Di Fazio - commenta il difensore - si è più volte contraddetto durante la testimonianza resa in dibattimento e, personalmente, mi sono fatto l'idea che quest'uomo avesse motivi di rancore anche piuttosto futili che lo hanno spinto ad accusare il mio assistito che ha rischiato una condanna a sette anni e nove mesi di carcere", come aveva chiesto il pubblico ministero Paolo Di Sciuva. "Sono stati anni terribili per me - commenta Giacomo Mannina all'indomani della sentenza pronunciata dal Tribunale di Trapani, presieduto da Angela Camassa - e, anche se in cuor mio sapevo di essere innocente, ho avuto paura di restare stritolato in qualcosa più grande di me". "Il Tribunale ha saputo gestire davvero bene questa vicenda - riprende l'avvocato Alagna - garantendo in maniera ottimale i diritti della difesa anche se il clima processuale, in certi momenti, è stato davvero pesante". "La condanna a sei mesi di reclusione, contro la quale presenteremo appello - prosegue il difensore - si riferisce alle minacce telefoniche che il mio cliente avrebbe, secondo l'accusa, fatto per ottenere che Di Fazio ritirasse la denuncia". Una condanna, giunta nel tardo pomeriggio di mercoledì scorso, per la quale sono state necessarie sette ore di camera di consiglio. "Già lo scorso 18 luglio - ricorda l'avvocato - il Tribunale avrebbe dovuto pronunciarsi sulla vicenda e, invece, dopo una camera di consiglio altrettanto lunga, aveva disposto l'escussione di altri testimoni indicati dall'accusa che, però, non hanno confermato le tesi dell'impianto accusatorio".  "Adesso Giacomo Mannina potrà tornare alla sua vita - conclude l'avvocato Alagna - e questo risultato lo dobbiamo anche alla preziosa collaborazione professionale che ho ricevuto dall'avvocato Giuseppe Corso, recentemente scomparso, a cui mi legava un profondo rapporto di stima e di amicizia".

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