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Aeroporto Birgi: Turano, “Riapertura una presa in giro"

26 Marzo 2011 13:21, di Niki Mazzara
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Trapani, 26 marzo 2011-Una mobilitazione totale dell’intero comparto turistico, delle forze economiche e produttive del territorio trapanese ma anche ...

Trapani, 26 marzo 2011-Una mobilitazione totale dell’intero comparto turistico, delle forze economiche e produttive del territorio trapanese ma anche della società civile per la riapertura totale al traffico dell’aeroporto di Birgi. A promuoverla è il presidente della Provincia, Mimmo Turano che parla della riapertura parziale al traffico civile come una “colossale presa in giro”. Turano proprio non ci sta. “Si parla di riapertura parziale dello scalo da lunedì – dice il Presidente - ma in realtà l’aeroporto non funzionerà: sarebbero garantite soltanto le tratte sociali per e da Pantelleria a Milano, quindi di un paio, forse quattro collegamenti al giorno. Non si può parlare quindi, di riapertura, ma solo di risolvere un problema di coscienza”. E’ quanto sarebbe emerso, infatti, in un vertice che si è svolto ieri a Roma e che ha coinvolto l’Enac, l’Airgest, società di gestione di Birgi, e la Provincia regionale di Trapani, rappresentata da Turano. In base ad una decisione dello Stato Maggiore della Difesa, rappresentata da Enac, lo scalo trapanese riaprirebbe in maniera molto limitata soltanto per garantire le tratte sociali. Pur apprezzando “gli sforzi compiuti soprattutto da parte del ministro dei Trasporti, Altero Matteoli”, per porre fine ad una situazione che “sta mettendo in ginocchio il nostro territorio” e nel “rispetto assoluto” dell’importanza delle tratte che garantiscono i collegamenti dei pendolari, secondo il presidente Turano questa proposta è “inaccettabile”. “Non è ripristinando le tratte sociali – tuona il Presidente - che si risolve il gravissimo danno economico registrato ad oggi, stimato ad oltre un milione di euro, e destinato a crescere in maniera esponenziale ad un milione di euro al giorno già da aprile con l’apertura della stagione turistica. Da lunedì andranno in fumo ben 78 collegamenti giornalieri che avrebbero portato nel nostro territorio viaggiatori provenienti da tutta Europa, la vera utenza del nostro aeroporto, formata principalmente non tanto da passeggeri panteschi che meritano comunque il pieno rispetto”.Il presidente è determinato nell’annunciare una mobilitazione totale dell’intero comparto turistico, che ha già denunciato numerosissime cancellazioni di prenotazioni, ma anche di tutta la cittadinanza a difesa del territorio e della sua economia. “Non è pensabile che la Sicilia, regione che soffre più delle altre della crisi economica, da sola si possa fare carico di una crisi internazionale. In pratica chi sta pagando a caro prezzo gli oneri di questa crisi sono Lampedusa, Mineo, Trapani e Pantelleria. E’ inaccettabile un costo così elevato per un territorio che, con immensi sacrifici, negli ultimi anni stava lentamente sviluppando un’economia basata sul turismo.” E gli ultimi dati turistici avevano confermato la bontà di questi investimenti, considerato che nel quadriennio 2006-2009 gli arrivi nella Provincia di Trapani hanno registrato un incremento del 15,38 per cento e le presenze sono cresciute del 14,27 per cento con un vero e proprio boom di quelle straniere, schizzate, nello stesso periodo ad un 60,02 per cento. “Se Birgi è così strategico per l'Italia e per la comunità internazionale – continua Turano - tali soggetti corrano ai ripari costruendo immediatamente una seconda pista di atterraggio e nuove piazzole per l'aviazione civile.” Già da un paio di giorni la provincia di Trapani ha istituito un ufficio speciale per la gestione della crisi causata dalla chiusura dello scalo di Birgi. L’ufficio, che ha aperto un tavolo permanente con gli operatori turistici, ha registrato un’estrema preoccupazione da parte del comparto.

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