Aggressione al carcere, la Direzione: "No a strumentalizzazioni di sindacati"
Si chiariscono i contorni dell'aggressione ad un poliziotto penitenziario avvenuta lo scorso 13 giugno alla Casa Circondariale di Trapani. L'autore ...
Si chiariscono i contorni dell'aggressione ad un poliziotto penitenziario avvenuta lo scorso 13 giugno alla Casa Circondariale di Trapani. L'autore - come si legge nella nota della Direzione dell'dell'istituto a firma del commissario capo Giuseppe Romano, comandante di Reparto della Polizia Penitenziaria - è un detenuto catanese di 38 anni, già destinatario di diversi rapporti disciplinari e proveniente da un altro carcere dove aveva commesso altri atti di aggressione e minacce a danni degli agenti di Polizia Penitenziaria. "Durante le operazioni di immissione ai passeggi presso la Sezione di Isolamento dove si trovava per motivi precauzionali - spiega Romano - ad un diniego dell’assistente capo che si trovava li in servizio reagiva colpendolo al volto". Il detenuto è stato subito bloccato da altri agenti e riportato in cella senza ulteriori conseguenze. "Nell’esprimere vicinanza e solidarietà all’assistente capo colpito dal vile gesto - prosegue la nota stampa - questa Direzione non può fare a meno di stigmatizzare taluni comunicati da parte di qualche organizzazione sindacale contenenti notizie inesatte e accostamenti fuorvianti rispetto all’encomiabile lavoro portato avanti all’interno dell’Istituto trapanese". La Direzione della Casa Circondariale di Trapani sottolinea che "non vi è alcun nesso tra il gesto commesso da un detenuto, trasferito da più carceri per motivi di ordine e sicurezza e per problematiche di adattamento alla vita carceraria, e le attività trattamentali (previste dalla legge) portate avanti dall’Area Trattamentale, dai docenti delle scuole dell’obbligo e superiori presenti in Istituto e da quelli dei corsi di formazione pubblicizzati attraverso comunicati e una pagina Facebook. Piuttosto - prosegue il comunicato - è proprio grazie alle innumerevoli attività messe in campo, per attuare le quali non c’è stata mai compressione dei diritti soggettivi del personale di Polizia Penitenziaria, che nonostante qualche episodio deplorevole fortunatamente circoscritto, si è instaurato all’interno dell’Istituto un sereno clima lavorativo. Solo in base ad una distorta e interessata ricostruzione dei fatti si può sostenere il contrario". "E’ inutile negare - afferma il commissario capo Romano - che vi sia un clima di disagio tra il personale causato dall’elevatissima età anagrafica (il 70% del personale è ultracinquantenne) e dalla cronica carenza di organico che rende ogni giorno più difficile garantire alcuni diritti ai detenuti, ma ciò non deve far perdere di vista che il dettato costituzionale secondo cui le pene devono tendere alla rieducazione del condannato". "Si auspica - conclude il comunicato della Direzione della Casa Circondariale di Trapani - che le prese di posizione da parte di alcuni sindacati e le dichiarazioni volte a sminuire l’importanza delle attività trattamentali, la richiesta di cambiare “le regole d’ingaggio” quasi si dovesse andare in guerra, solo per avere visibilità restino nell’alveo di una dialettica corretta e democratica e non eccedano i limiti; cosa che potrebbe avere, se amplificate dai media, conseguenze nefaste per l’ordine e la sicurezza dell’Istituto".
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