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Aggressione nel carcere Pietro Cerulli - Trapani Oggi

Trapani-Erice | Cronaca

Aggressione nel carcere Pietro Cerulli

25 Settembre 2021 18:12, di Redazione
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Intervengono i sindacati

Appicca il fuoco ad un materasso e poi aggredisce gli agenti di polizia penitenziaria. E' accaduto all’interno della Casa Circondariale di Trapani. L’autore del gesto è un italiano di origini pugliesi affetto da disturbi psichici, che nella tarda mattinata di ieri avrebbe cominciato ad insultare pesantemente gli operatori di Polizia Penitenziaria operanti all’interno della sezione

Dopo aver incendiato la cella, ha distrutto il plexiglass della finestra. Scattato l'allarme sono intervenuti gli agenti di polizia penitenziaria. Il fumo aveva invaso l'intera sezione. Per scongiurare che il recluso rimanesse intossicato, gli uomini in divisa lo hanno fatto uscire dalla cella. Il dtenuto, però, si è scagliato contro un sovrintendente ed un ispettore colpendoli con calci e pugni. Entrambi gli agenti sono rimasti feriti. Appena entrati nella stanza lo stesso si scagliava con inaudita violenza sferrando pugni e calci e con alcuni attrezzi rudimentali cercava in ogni modo di infierire fisicamente gli stessi operatori Penitenziari.
"I colleghi intervenuti, e nello specifico, un ispettore capo ed un sovrintendente Capo hanno
avuto la peggio riportando percosse refertate dal nosocomio locale. Quanto è avvenuto è la palese dimostrazione di come il sistema penitenziario sta fallendo dinanzi a soggetti che, per futili motivi, quotidianamente commettono reati nei confronti di operatori che ogni giorno rischiano la vita, e di come gli stessi fautori dei fatti criminosi rimangano impuniti. Il personale che si trova abbandonato all’interno dei reparti detentivi chiede “aiuto” in quanto si lavora al limite della sopportazione, tra prevaricazioni dei diritti e doppi o tripli carichi di lavoro". A parlare sono Gaspare D’Aguanno (SAPPE), Ignazio Carini (UILPA), Arcangelo Poma (USPP) e Antonino Ficara (FNS/CISL).
"Da tempo ormai i nostri agenti in trincea garantiscono la sicurezza negli istituti senza tutela alcuna e senza strumenti di autodifesa, ma a tutto esiste un limite, e bisogna intervenire in maniera risolutiva senza necessariamente aspettare la perdita del totale controllo. Speranzosi che il Capo D.A.P. e il nostro Ministro non si sottraggano alle proprie responsabilità sull’intervenire e stipulare un nuovo ed efficiente modello di esecuzione della pena, rimaniamo in attesa di vostre cortesi e gradite indicazioni ricordando a tutti che aggredire un Agente equivale a colpire lo “STATO”.

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