ABC chiede le dimissioni di politici e burocrati condannati

Le recenti condanne, ancorché in primo grado, di esponenti politici alcamesi e funzionari del Comune che ricoprono cariche di grande responsabilità is...

Niki Mazzara

Le recenti condanne, ancorché in primo grado, di esponenti politici alcamesi e funzionari del Comune che ricoprono cariche di grande responsabilità istituzionale ha portato il Movimento politico ABC (Alcamo Bene Comune) a interrogarsi sul perché nessuno abbia avuto la sensibilità di dimettersi. In una nota ABC scrive che “questi fatti, che si susseguono ormai da troppo tempo e con eccessiva frequenza, inducono a riflettere sull’opportunità di dare un segnale forte alla cittadinanza nel rispetto di quei valori di legalità e trasparenza tanto spesso auspicati e invocati, soltanto a parole. Le motivazioni delle dimissioni del presidente dell’associazione anti-racket rappresentano inoltre un ulteriore segnale del preoccupante clima di tensione che si vive in città”. Per ABC è auspicabile “ che si smetta di minacciare il ricorso alle vie legali contro chiunque “osi” far notare un disservizio o esprimere un’opinione su una mancanza dell’amministrazione. Troppo facile minacciare una denuncia invece che cercare il dialogo e il confronto costruttivo. Nell’evidenza di pendenze giudiziarie, a maggior ragione se penali, la cittadinanza di sicuro apprezzerebbe che i politici coinvolti ricorressero all’istituto delle dimissioni, talvolta annunciate ma troppo raramente messe in atto. Sebbene si tratti di condanne soltanto in primo grado, - sottolineano gli esponenti di Alcamo Bene Com,une nella nota- l’impegno assunto da un consigliere comunale è talmente importante da richiedere l’assoluta distanza dal sia pur minimo sospetto, nel rispetto di ogni singolo cittadino e dell’enorme valore del mandato elettorale”. In chiusura del comunicato ABC cita una frase di Paolo Borsellino quando nel gennaio del 1989 tenne una lezione sulla mafia agli studenti dell’Istituto Tecnico Professionale di Bassano Del Grappa.«Ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto. Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c’è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reati».

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