Accordi con la mafia per i lavori al porto. Sequestrati beni a due imprenditori

Maxi sequestro di beni per due imprenditori trapanesi: si tratta di Francesco e Vincenzo Morici - padre e figlio, di 79 e 50 anni - che gli inquirenti ritengono vicini al boss latitante Matteo Messina Denaro. Il provvedimento è stato disposto dalla  Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trapani, su proposta del questore Carmine Esposito, a conclusione di accertamenti compiuti dalla Divisione anticrimine della Questura e dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza. Nove le società sequestrate, sei quelle sottoposte ad amministrazione giudiziaria, oltre a 142 immobili, 37 beni mobili registrati, 36 conti correnti e rapporti bancari e 9 partecipazioni societarie per un valore complessivo di trenta milioni di euro. I provvedimenti sono stati eseguiti a Trapani, Roma, Milano, Gorizia e Pordenone. La proposta del Questore si basa sulle carte processuali del procedimento per concorso esterno in associazione mafiosa a carico del senatore del Pdl Antonio D'Alì, in corso di svolgimento dinanzi al Gup di Palermo. I Morici si sarebbero accordati con Cosa nostra per aggiudicarsi la gara relativa ai lavori di ristrutturazione del porto di Trapani in occasione degli Act 8 e 9 della Louis Vuitton Cup del 2005 per un importo a base d'asta di 46 milioni di euro. Le intercettazioni effettuate e le dichiarazioni rese dai vari indagati avrebbero evidenziato l’esistenza di intese con il boss mafioso Francesco Pace - capomafia di Trapani - ed imprese partecipanti alla gara d'appalto per favorire i Morici nell’aggiudicazione e per utilizzare materiali non conformi ai requisiti richiesti e alla sicurezza. Il video dell'operazione