Cronaca

Ai domiciliari, continua a spacciare droga: arrestato 34enne

Detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, questa l'accusa con la quale il 34enne Pietro Bonafede è passato dagli arresti domiciliari al ...

Ornella Fulco

Detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, questa l'accusa con la quale il 34enne Pietro Bonafede è passato dagli arresti domiciliari al carcere. L'uomo, a cui era stato anche applicato il braccialetto elettronico per controllare eventuali suoi spostamenti, è stato sorpreso in possesso di 4.3 chilogrammi di marijuana dai Carabinieri giunti presso la sua abitazione dopo l'attivazione dell’allarme collegato al dispositivo elettronico. Bonafede era nel suo garage, la cui porta era semiaperta, e alla vista dei militari si è spostato rapidamente in un'altra stanza dell’abitazione. Raggiuntolo, i carabinieri hanno avvertito subito il caratteristico odore dello stupefacente e hanno notato a terra alcune foglie essiccate di marijuana. Nel corso della perquisizione effettuata all'interno dell'appartamento e delle sue pertinenze, nel primo cassetto di un comodino della sala da pranzo è stato trovato un involucro di carta stagnola contenente 50 grammi di marijuana mentre, nello sgabuzzino adiacente, è stato trovato un sacco di iuta contenente ulteriori 2,4 chilogrammi di stupefacente. Nel cortile tra il garage e la cucina i militari dell'Arma hanno scoperto una busta in cellophane trasparente, contenente altri 1,8 chilogrammi di marijuana, che era stata nascosta sotto il fogliame di una pianta. Altri due involucri di carta stagnola, contenenti rispettivamente 50 e 60 grammi di sostanza, erano, invece, nel cassetto di un tavolo da lavoro nel garage da cui i militari erano entrati nell'abitazione. Terminato il controllo, lo stupefacente è stato posto sotto sequestro e Bonafede è stato condotto negli uffici di Villa Araba. All'esito dell’udienza di convalida il giudice ha disposto il suo trasferimento in carcere come aggravamento della misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico a cui era sottoposto. Secondo quanto stimato dagli investigatori, la droga sequestrata, se immessa sul mercato dello spaccio, avrebbe fruttato più di 5.000 euro.

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