Cronaca

Alcuni dei titoli dei maggiori siti internazionali sulla morte di Messina Denaro

Le reazioni dei parenti delle vittime

Laura Spanò

Così come per la cattura avvenuta il 16 gennaio scorso a Palermo, anche anche stamane la stampa internazionale sta dando molto risalto alla morte di Matteo Messina Denaro, avvenuta attorno all'1,57 di questa notte a l'Aquila.

"Mafia boss 'Diabolik' muore in custodia", titola la CNN. "Matteo Messina Denaro, 'ultimo capomafia' della mafia siciliana, muore dopo una lunga malattia", scrive The Guardian. El Pais spagnolo: "Muere en prisión el capo de la Mafia Matteo Messina Denaro". E la BBC: "Messina Denaro: Notorious Italian Mafia boss dies".

La Reuters pubblica in homepage la foto dell'arresto dello scorso gennaio con il boss tra due carabinieri, "Jailed Italian Mafia boss Messina Denaro dies".

La reazione di Luigi Dainelli, cognato di Fabrizio Nencioni una delle vittime della strage di Firenze del '93

“Per me oggi è una giornata particolare e voglio parlare da familiare, da cognato di Fabrizio Nencioni, ancor più che da presidente dell'associazione delle vittime dei Georgofili. Matteo Messina Denaro è morto. Il rammarico è che non ha parlato e non sapremo mai la verità. L'altro rammarico è che non ha scontato neanche un giorno di carcere duro”. È quanto ha dichiarato Luigi Dainelli, presidente dell'associazione delle vittime dei Georgofili, dopo la morte del boss di Cosa Nostra.

“La verità sulle stragi è rimasta sospesa, ecco il mio dispiacere – ha aggiunto -. Non si saprà mai la verità. Per cui tutti i sospetti che hanno avuto i magistrati che hanno indagato sui Georgofili, tutti i sospetti che abbiamo avuto noi rimarranno tali”. “Io verso di Matteo Messina Denaro non ho sentimento – ha concluso -. Sento indifferenza, non certo odio. Questo perché l'odio è un sentimento che comunque bisogna spendere e lui è un mostro, per cui non merita che io dica che sentimenti provo. Non sono sorpreso della morte perché era un malato terminale, quindi è un epilogo scontato”.

La dichiarazione di Nicola Di Matteo, fratello di Giuseppe, sequestrato, strangolato e poi sciolto nell'acido.

"Ancora devo metabolizzare la notizia. Con sé si porta dietro tanti segreti. Ero certo che non avrebbe collaborato". "Da credente non avrei potuto augurargli la morte. Non si può augurarla a nessuno se si ha un po' di umanità, ma se fosse rimasto in vita sofferente avrebbe forse capito il dolore enorme che ci ha inflitto". Per Nicola Di Matteo "il perdono è impossibile". "Sono tutti imperdonabili. Tutti. Lo sono per mia madre soprattutto, ma anche per me", dice. "Non sono belle giornate, ancora una volta alla mente vengono quei giorni terribili. E' una ferita che si riapre sempre, un segno che rimane a vita. Era un bambino, solo un bambino...". Nelle ore immediatamente successive all'arresto del padrino di Castelvetrano, avvenuto lo scorso 16 gennaio a Palermo, Di Matteo aveva spiegato: "Mi auguro che possa vivere il più a lungo possibile per avere una lunga sofferenza, la stessa che ha imposto a mio fratello, un ragazzino innocente".

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