Economia

Antiriciclaggio, approvato il decreto UE. Svolta per la Sicilia?

L’Italia si allinea all’Unione Europea nell’antiriciclaggio. Il decreto approvato dal parlamento rispetta le indicazioni riguardanti le norme da far r...

Redazione

L’Italia si allinea all’Unione Europea nell’antiriciclaggio. Il decreto approvato dal parlamento rispetta le indicazioni riguardanti le norme da far rispettare alle case da gioco e ai siti online per contrastare il fenomeno, da sempre associato all’azzardo. I casinò online saranno gli osservati speciali a partire dall’attuazione del decreto. Tutte le transazioni monetarie saranno monitorate con attenzione, e le poker room dovranno bloccare gli account in cui si registrano movimenti sospetti. Una definizione in effetti piuttosto ampia, che però chiarisce bene quanto a finire sotto la lente di ingrandimento saranno soprattutto i giocatori abituali, i così detti high roller. Questi ultimi dovranno tenere traccia delle loro operazioni, così da poter sempre dimostrare il modo in cui hanno incassato denaro. Gli esercenti sono tenuti a segnalare qualsiasi anomalia, pena multe a partire da 5.000 euro. Le misure non risparmiamo nemmeno le agenzie terrestri, tenute a verificare le vincite dei clienti e a controllare che non compiano azioni illegali. Uno dei sistemi più utilizzati nel riciclaggio è infatti inserire denaro in contanti in una slot machine per poi fare subito “cash out”, in modo da giustificare un guadagno extra che potrebbe fare insospettire il fisco. Un trucco che lo Stato non è più disposto a tollerare. Un rapporto dell’UIF ha sottolineato che il numero delle segnalazioni ha superato le 100.000 unità, crescendo di 8 volte rispetto a dieci anni fa. Decisiva in questa direzione la garanzia dell’anonimato, che toglie qualche impaccio a chi vuole indicare un illecito. L’aumento delle operazioni sospette rispetto al 2015 è stato calcolato intorno al 22,3%, una percentuale che di certo non può lasciare tranquilli né lo Stato né i giocatori. In forte aumento le segnalazioni di operatori non finanziari (2.584 rispetto alle 1.864 del 2015) e dei gestori di scommesse e giochi a distanza (2.050, 40%). Il giro di vite voluto dal governo centrale potrebbe avere risultati rilevanti anche in Sicilia, dove pare che il riciclaggio sia una pratica piuttosto diffusa. La regione rimane una delle più legate al gioco d’azzardo, con un volume di gioco superiore ai 4 miliardi di euro e una spesa pro capite di 271€. Le vincite nel 2016 sono state di 3,1 miliardi di euro, con un pay out intorno al 25%. La media nazionale, è bene ricordarlo, si aggira intorno al 20%. Si può trattare certamente di casualità, ma la guardia di finanza ha effettuato diversi interventi lo scorso anno per verificare la regolarità delle operazioni. Non più soltanto le case da gioco illegali nel mirino dello Stato, che monitora una frontiera dell’illegalità già esplorata. La novità legislativa è quanto meno un segnale di un’attività intensa, volta a garantire sicurezza ai giocatori e trasparenza nelle puntate. Senza dimenticare l’aspetto finanziario, che ovviamente rimane molto caro a chi orchestra queste operazioni. In fondo si tratta sempre di un settore che porta alle casse dello Stato circa 10 miliardi di euro all’anno. Non proprio quattro spicci a cui l’erario è disposto a rinunciare facilmente.

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