Assistenza sanitaria, la Sicilia di nuovo sotto i livelli essenziali

Sicilia di nuovo nella "black list" delle regioni che non garantiscono i livelli essenziali di assistenza, cioè le prestazioni fondamentali per garantire la salute dei cittadini. Lo ha reso noto la ministra Lorenzin. La regione, che nel 2014 era stata promossa tra quelle adempienti, ha totalizzato 153 punti ma per essere valutate positivamente bisognava ottenerne almeno 60. Il Ministero della Salute ha analizzato i dati 2015 sulle prestazioni fondamendali, ecco cosa ne è risultato: vaccinazioni obbligatorie al di sotto della soglia del 90 per cento, con punte del 60 per cento a Messina e Catania. Screening oncologici sotto i livelli di guardia, con appena il 25 per cento di copertura. Allarme brucellosi e tubercolosi bovina, soprattutto sui Nebrodi. "Colpa del calo delle vaccinazioni - ha spiegato l'assessore alla Salute Baldo Gucciardi - ma anche di mancanza di cultura della prevenzione. Su 100 lettere inviate dalle Asp siciliane agli assistiti per eseguire gli screening obbligatori per legge contro i tumori, appena 25 hanno risposto all'appello". Sul fronte dei vaccini, nel 2015, a Catania sei bambini su dieci sotto i tre anni di età non sono stati vaccinati contro la meningite di tipo C. A Messina quasi uno su due non è protetto contro morbillo, parotite, rosolia e varicella. Ma anche le altre province siciliane si fermano sotto la soglia del 95 per cento di copertura, ritenuta ottimale dal Ministero per evitare il riaffiorare di certe malattie che ormai sembravano sconfitte. Gucciardi, nei mesi scorsi, ha inviato decine di lettere di diffida ai manager delle Asp per chiedere di avviare iniziative mediatiche e richiamando l'attenzione dei medici di famiglia e dei pediatri per incentivare i cittadini a vaccinarsi. "Nel 2016 - sostiene l'assessore - abbiamo avuto i primi risultati ma i dati ufficiali ancora non ci sono". Gucciardi ha anche proposto un disegno di legge per introdurre nelle scuole materne e dell'infanzia la vaccinazione obbligatoria, che ha ottenuto il primo via libera della giunta di governo ma che dovrà essere approvato dall'Ars.