Attualità

Assostampa su "caso" Baldarotta: "Richiesta risarcimento mina libertà di stampa"

Sulla vicenda giudiziaria che vede il giornalista Nicola Baldarotta, direttore responsabile de “Il Locale News” citato in giudizio per diffamazione da...

Ornella Fulco

Sulla vicenda giudiziaria che vede il giornalista Nicola Baldarotta, direttore responsabile de “Il Locale News” citato in giudizio per diffamazione dall’ingegnere Giancarlo Guerrera, direttore generale di Airgest (la società che gestisce l’aeroporto di Trapani), si registra la presa di posizione dell'Assostampa che - in una nota a firma del segretario provinciale Giovanni Ingoglia - definisce la richiesta di risarcimento, per un milione di euro, una intimidazione contro chi esercita il diritto di cronaca e di critica. I fatti, venuti alla ribalta della cronaca locale nei giorni scorsi, sono questi: come ricorda Ingoglia, "l’8 novembre dello scorso anno, sul giornale diretto da Baldarotta, un collaboratore non giornalista, al quale è affidata la rubrica “L’avvocato del diavolo”, in una nota più sarcastica che critica, raccontava come il compenso del direttore dell’aeroporto fosse passato da 7 mila a 13 mila euro. Notizia diffusa da un sindacato e ripresa anche da altri giornali locali. Da qui la decisione dell’ingegnere Guerrera di citare in giudizio, con procedimento civile, Baldarotta e l’estensore della nota critica, chiedendo un risarcimento di un milione di euro", senza - aggiungiamo - chiedere preventivamente l'esercizio del diritto di replica o la rettifica di quanto riportato sul giornale. "Appare chiaro - sottolinea il segretario provinciale di Assostampa - come la richiesta dell’ingegnere Guerrera non miri ad ottenere giustizia (ammesso che abbia ragione) ma ad intimidire quanti esercitano il diritto di critica o di informazione. A tal proposito, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha affermato il principio per cui, nell’adottare una pronuncia di condanna nei confronti di chi esercita attività giornalistica, il giudice nazionale deve compiere un giudizio di proporzionalità tra il diritto esercitato e i suoi limiti, applicando, quindi, la sanzione prescritta dall’ordinamento senza mai travalicare i limiti posti da detto bilanciamento". Insomma la condanna al pagamento di una somma di denaro, tenuto conto della situazione finanziaria dell’autore dell’illecito, non deve costituire strumento per “dissuaderlo dal continuare ad informare l’opinione pubblica su argomenti di interesse generale”, pena la violazione dell’art. 10 della Convenzione. "Siamo convinti - conclude Ingoglia - che, in un territorio in cui i giornalisti lavorano senza alcuna tutela contrattuale e con compensi da fame, chiedere risarcimenti danni in sede civile sia diventato uno strumento atto a dissuaderli dal continuare a informare l’opinione pubblica su argomenti di interesse generale".

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