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BCC "Senatore Grammatico" ceduta alla "Don Rizzo", le perplessità dei soci dissidenti

L’assemblea dei soci della Banca di Credito Cooperativo “Senatore Grammatico” di Paceco ha deciso per la cessione dell’Istituto di credito ad un’altra...

Niki Mazzara

L’assemblea dei soci della Banca di Credito Cooperativo “Senatore Grammatico” di Paceco ha deciso per la cessione dell’Istituto di credito ad un’altra banca, la “Don Rizzo” di Alcamo. L’assemblea dei soci ha approvato la cessione della banca ad ampia maggioranza mentre 7 sono stati i voti contrari alla presenza di circa 400 soci. Nella stessa assemblea si è deciso che il commissario liquidatore della banca sarà Vincenzo De Luca. I soci della BCC “Senatore Grammatico” potranno chiedere di entrare a far parte della compagine societaria della “Don Rizzo” con un prezzo di favore. Se la liquidazione della banca di Paceco dovesse chiudersi con un disavanzo sarà la "Don Rizzo ad intervenire, un percorso concordato anche per garantire i dipendenti che, tuttavia potrebbero, in casi limitati, essere trasferiti ad altra sede. Sulla vicenda si registra la presa di posizione dell'associazione Co.di.ci. che per mano del responsabile trapanese, l'avvocato Vincenzo Maltese, ha diffuso una nota nella quale, tra l'altra si legge: "La banca diventa di fatto una filiale della BCC "Don Rizzo", che avrà così un riferimento a Paceco, ma nella sostanza i soci hanno perso ogni diritto visto che non rientrano nel progetto di cessione del ramo d'azienda. Cambia poco rispetto alla prima ipotesi di Banca Sviluppo spa. Co.di.ci., qualche giorno fa, ha ricevuto una risposta negativa dal presidente Salvatore Ciulla che ha comunicato di non voler dare alcuna delle informazioni richieste. Sui numeri e sulle operazioni circolate nei mesi addietro, i soci che hanno manifestato il proprio 'no' nella seduta di ieri - tra questi il deputato regionale Girolamo Fazio, che ha motivato il suo dissenso - vogliono vederci chiaro". "Per come riferito dai soci dissenzienti e per come letto nel bilancio 2015 - prosegue Maltese - ci sarebbero alcune circostanze sospette, quali una svalutazione dei crediti per ben nove milioni di euro senza alcuna motivazione, che confermano implicitamente molti sospetti sulla gestione di alcune pratiche andate in sofferenza e i cui crediti sono diventati spazzatura. Sarebbe stato più corretto consegnare ai soci una relazione su tali aspetti piuttosto che mettere una pietra tombale su queste circostanze inquietanti". Un'altra circostanza sulla quale i soci dissidenti e l'avvocato Maltese pongono l'attenzione riguarda il bilancio: "da una lato veniva riportato il parere positivo del Collegio dei revisori ma, al pari, lo stesso Collegio invitava il Consiglio di Amministrazione a verificare i crediti perché ce n'erano molti di più rispetto a quelli dichiarati come inesigibili; è da lì a poco che avviene la svalutazione di nove milioni di euro degli stessi. Una operazione -prosegue il legale - non dissimile da quella che ha consentito la cessione, senza corrispettivo, della BCC "Credito Aretuseo" alla BCC di Pachino, il tutto in danno dei soci". Secondo Co.di.ci si tratta di domande alle quali adesso - come anticipato ieri Fazio - potrebbe cercare risposte la magistratura.

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