Si tratta di Nicolò Lo Ciacio, di 33 anni,accusato di essere il promotore, costitutore ed organizzatore delle selezioni degli operai da impiegare sui campi, di un’associazione a delinquere che si occupava di «intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro».
Tra i lavoratori sottopagati ci sono anche una serie di minori stranieri, che si trovavano nelle strutture d’accoglienza del trapanese.L’indagine, nata dalla denuncia di uno dei gestori dei centri per migranti, è stata coordinata dalla Procura di Trapani (procuratore aggiunto Maurizio Agnello, sostituto procuratore Francesca Urbani) e riguarda undici persone, tra cui cinque ‘intermediari’ e sei titolari di altrettante imprese agricole.
Tra loro anche Salvatore Mercadante, arrestato in estate nel blitz antimafia ‘Cutrara’ e figlio dell’ex reggente di Castellammare del Golfo, Michele Mercadante, anche lui detenuto.
«Ricordo che ho chiesto a lui se era possibile farmi un contratto di lavoro – raccontò alla Polizia il minore di origini senegalesi – e lui in più di un occasione mi ha detto che lo avrebbe riferito al padrone, che a suo dire si trovava fuori paese, e mi avrebbe potuto dare una risposta, che però non ho mai ottenuto».Gli agenti della polizia hanno documentato paghe giornaliere del valore di 25 euro per sei ore di lavoro e 40 per nove, a fronte di una paga da 61,34 euro prevista dai contratti nazionali per un impiego di sei ore e mezza. Nel corso dell’indagine gli investigatori hanno identificato una decina di lavoratori di nazionalità italiana e straniera vittime dei metodi adottati dai caporali.
Il giudice Samuele Corso ha rigettato la richiesta di sequestro presentata per le sei ditte individuali e di quattro autovetture utilizzate dagli altri indagati, su cui la Procura ha presentato ricorso ai giudici del Riesame. L’elenco completo degli indagati è composto da Giuseppe Calia, Vincenzo Coppola, Salvatore Gucciardo, Francesco e Nicolò Lo Ciacio, padre e figlio, Giuseppe Mistretta, Francesco Pirrone, Girolamo Romeo, Salvatore Mercadante, Salvatore Cristina e Vincenzo Fundarò.*fonte AGI