Il Gip del Tribunale di Siracusa ha convalidato il fermo firmato dal pm Gaetano Bono di Massimo Cannone, il tappezziere accusato di aver ucciso la moglie di origine marocchina Naima Zahir, sabato scorso nella loro abitazione di via Ronchi a Lentini. Il pm ha coordinato l'inchiesta della squadra mobile della questura di Siracusa e del commissariato di Lentini diretti da Gabriele Presti e Andrea Monaco e dal gabinetto regionale della polizia scientifica di Catania.
Nella ricostruzione della polizia Cannone avrebbe pugnalato la donna con un grosso coltello da cucina mentre era distesa a letto con gli auricolari e impegnata a navigare con lo smartphone. Il marito ha confermato quanto detto durante la confessione di martedì sera davanti al magistrato di turno della procura Gaetano Bono e al procuratore capo Sabrina Gambino.
Si sentiva agli arresti domiciliari, il tappezziere coetaneo della vittima, continuamente controllato e rimproverato per ogni cosa che faceva. Cannone da mesi era in cura al Sert di Siracusa ed era ricaduto nella dipendenza della droga. Spesso usciva di casa per rientrarvi tardi e sovente era ubriaco, uno dei motivi per cui nascevano i litigi con la coniuge.
In un primo momento si era pensato al suicidio della moglie. Gli inquirenti non hanno creduto a quanto aveva detto in un primo momento ovvero che il cervello gli era andato in tilt, aveva estratto il coltello dalla gola della vittima ripulendo tutto. Si è arrivati così a marted' sera al giorno della confessione dell'omicidio della moglie.
Venerdì pomeriggio si è svolta la cerimonia funebre con rito islamico officiata dall'Imam Elkardi Elmaati di Palagonia. Erano presenti i genitori, i famiiari più stretti e pochissimi amici della donna. La salma, una volta ricevute le autorizzazioni della polizia mortuaria, verrà imbarcata all'aeroporto di Catania con destinazione Casablanca in Marocco.