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Divieto di panificazione nei festivi, protestano Confartigianato e altre organizzazioni di categoria

“Il riposo nelle giornate domenicali e festive è sacrosanto ma, così come il testo normativo è stato articolato, il divieto imposto ai panificatori fi...

Redazione

“Il riposo nelle giornate domenicali e festive è sacrosanto ma, così come il testo normativo è stato articolato, il divieto imposto ai panificatori finirà, di fatto, per favorire la grande distribuzione organizzata”. A lanciare l’allarme è Confartigianato Trapani che, col suo presidente provinciale panificatori Davide Piazza, insieme a CNA, Claai e Casa Artigiani, ha partecipato ad un incontro regionale, svoltosi a Palermo, per analizzare gli effetti del decreto dell'assessore Mariella Lo Bello da poco entrato in vigore. Secondo le organizzazioni sindacali l'efficacia del provvedimento va sospesa "perché nel suo complesso è dannoso per la categoria, oltre a presentare profili di illegittimità in quanto in contrasto con la direttiva di Bolkestein, recepita nell’ordinamento italiano, con l’obiettivo di favorire la libera circolazione dei servizi e l’abbattimento delle barriere tra i Paesi". Nelle prossime ora sarà chiesto un incontro al nuovo assessore regionale alle Attività Produttive, Mimmo Turano, a cui sarà presentata una proposta corredata da autorevoli pareri giuridici. "Il decreto - dicono le organizzazioni di categoria - non richiamando la classificazione del pane prevista dalla legge Bersani, è destinato a creare una condizione di svantaggio, se non proprio di concorrenza sleale, tra i panificatori e quei soggetti che esercitano attività similari. Succede, infatti che, mentre i panificatori sono sottoposti a regime di chiusura domenicale o di turnazione, nella grande distribuzione si procede, senza soluzione di continuità, alla produzione e vendita di pane surgelato, spesso di provenienza estera, largamente spacciato per pane fresco. Inoltre il decreto genera una ulteriore discriminazione per i panificatori e un danno per i consumatori finali. Il riferimento è all’obbligo di confezionamento, il cui esonero è previsto solo per i panificatori che vendono al dettaglio nei locali di produzione ma la regola non viene fatta osservare nei locali insediati nei centri commerciali e nei supermercati, seppur in assenza dei necessari requisiti. Così come non figura nel decreto l’opportuna valorizzazione del pane tipico siciliano, attraverso la creazione di marchi di qualità, e non trova riscontro – osservano ancora Cna, Confartigianato, Claai e Casa Artigiani – nemmeno la mancata abrogazione dell’articolo 27 della legge regionale 30 del 23 dicembre del 2000 che assimila l’attività di panificazione ad un'attività commerciale e non ad un'attività artigianale imprenditoriale di produzione alimentare". Da qui la posizione fortemente critica sul decreto Lo Bello, "certamente intempestivo e carente di concertazione con i rappresentanti di categoria" che chiedono di porre rimedio, con urgenza, a queste norme "scritte in fretta e in furia alla vigila della campagna elettorale con il coinvolgimento di Assipan/Confcommercio che ha cercato, fino in fondo, di privilegiare la grande distribuzione organizzata a discapito dei legittimi interessi della categoria". Cna, Confartigianato, Claai e Casa Artigiani annunciano di avere inviato una lettera ai sindaci siciliani, ai quali il decreto demanda il compito di concertare con i panificatori l’eventuale turnazione, per invitarli a non assumere alcuna decisione senza un preventivo momento di confronto con le organizzazioni di categoria, così come stabilito espressamente dall’articolo 2.

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