Cronaca

E' un militare della guardia costiera l'uomo arrestato dalla finanza per contrabbando di sigarette [VIDEO]

L'uomo al momento del fermo era fuori servizio

Laura Spanò

Tradito dal maltempo. Bertuglia infatti è stato intercettato dai militari delle fiamme gialle mentre con una imbarcazione stava sfidando il maltempo al largo di Marsala. Un viaggio che ha insospettito le pattuglie dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziario di Palermo in servizio di perlustrazione sul territorio, soprattutto per le avverse condizioni meteomarine di quei giorni.

Sono stati così attivati i Reparti aeronavali della Guardia di finanza schierati nell’area che, poche ore più tardi, hanno individuato la medesima imbarcazione mentre, nonostante il mare molto mosso, si dirigeva a forte velocità verso la costa, con una rotta compatibile con quella segnalata dagli specialisti del GICO del Nucleo di polizia economico-finanziario di Palermo.

Sono scattati i controlli ed ecco svelato il motivo che ha portato il natante a salpare nonostante i rischi: a bordo c'è una tonnellata e mezzo di sigarette di contrabbando.L'intervento risale allo scorso 9 novembre lungo la costa marsalese ad opera deifinanzieri del Comando provinciale di Palermo, insieme al Reparto operativo aeronavale di Palermo e al Gruppo aeronavale di Cagliari chehanno sequestrato i tabacchi e arrestato l'uomo a bordo dell'imbarcazione, Bartolomeo Bertuglia. Il fermo è stato convalidato dal gip.

“Il contrabbando di sigarette produce un danno erariale rilevante: “Si stima che ogni anno le perdite per le casse dello Stato italiano tra Iva e accise – spiega il colonnello Gianluca Angelini, comandante del Nucleo di polizia economico-finanziaia – si aggirino tra i 700 e gli 800 milioni di euro e siano addirittura circa 10 miliardi a livello dell’Unione Europea”.

Altrettanto gravi sono i rischi per la salute dei consumatori: “Le marche sequestrate rientrano, tra le cosiddette ‘cheap white’, cioè sigarette prodotte legalmente in alcuni Paesi dell’Europa dell’Est e del medio Oriente, non ammesse però per la vendita all’interno dell’Unione europea proprio perché non rispettano gli standard di sicurezza minimi richiesti dalla normativa comunitaria”.

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