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Giornata per la Giustizia, l'adesione di Articolo 21

Il circolo trapanese "2 Giugno" dell'associazione Articolo 21 aderisce alla "Giornata per la Giustizia" indetta per sabato prossimo dall’Associazione ...

Niki Mazzara

Il circolo trapanese "2 Giugno" dell'associazione Articolo 21 aderisce alla "Giornata per la Giustizia" indetta per sabato prossimo dall’Associazione nazionale Magistrati ed invita i propri aderenti ad essere presenti in occasione dell’iniziativa che si svolgerà al Palazzo di Giustizia di Trapani. "Condividiamo l’assunto dell’Anm rispetto alle iniziative di riforma preannunciate dal Governo - scrive il portavoce Rino Giacalone - sono in gioco principi non negoziabili che garantiscono non soltanto l’indipendenza e la terzietà del magistrato ma la tenuta e l’efficienza del sistema giudiziario e, quindi, i cittadini stessi, in quanto un magistrato è sempre esposto al rischio di azioni potenzialmente ritorsive da parte di chi non ha visto accolte le sue difese. Ènecessario portare avanti questa battaglia non per difendere un privilegio ma per garantire l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge”. Giacalone sottolinea, inoltre, che l'associazione parteciperà alla Giornata per la Giustizia "anche con la presa di posizione rispetto alla riforma della legge sulla diffamazione che rappresenta un ulteriore passo indietro. Doveva essere una riforma della legge sulla stampa per eliminare la pena del carcere per i giornalisti, a tutela dei diritti fondamentali di cronaca e di critica: il testo licenziato al Senato rischia di ottenere l’effetto opposto". La legge sulla diffamazione che potrebbe presto essere approvata prevede, in particolare, sanzioni pecuniarie fino a 50 mila euro che appaiono, da un lato, inefficaci per i grandi gruppi editoriali e, dall’altro, potenzialmente devastanti per l’informazione indipendente, in particolare per le piccole testate online; un diritto di rettifica immediata e integrale al testo ritenuto lesivo della dignità dall’interessato senza possibilità di replica o commento né del giornalista né del direttore responsabile. Si configura, in tal modo, un "diritto assoluto di replica", assistito da sanzioni pecuniarie in caso di inottemperanza, che prescinde nei presupposti della richiesta dalla falsità della notizia o dal carattere diffamatorio dell’informazione; l’introduzione di una sorta di generico diritto all’oblio che consentirebbe indiscriminate richieste di rimozione di informazioni e notizie dal web se ritenute diffamatorie o contenenti dati personali ipoteticamente trattati in violazione di disposizioni di legge. Una previsione, quest'ultima, che non appare limitata alle sole testate giornalistiche registrate ma applicabile a qualsiasi fonte informativa, sia essa un sito generico, un blog, un aggregatore di notizie o un motore di ricerca, e che fa riferimento al trattamento illecito dei dati. "Una legge che modifica la normativa sulla stampa al tempo del web - si legge ancora nella nota di Articolo 21 - deve avere come primo obiettivo la tutela della libertà di espressione e di informazione: e questo non si ottiene prevedendo nuove responsabilità e strumenti di controllo e rimozione ma estendendo ai nuovi media le garanzie fondamentali previste dalla Costituzione per la stampa tipografica. La legge sulla diffamazione proposta ha invece il sapore di un inaccettabile “mettetevi in riga”, per quei giornalisti coraggiosi, blogger e freelance che difendono il diritto dei cittadini ad essere informati per fare scelte libere e consapevoli". Altro punto dolente della riforma, secondo l'associazione, è "la mancanza di norme che sanzionino richieste e azioni giudiziarie temerarie o infondate che non fa che aggravare un quadro di potenziale pressione sull’informazione che la sola eliminazione del carcere come sanzione non è sufficiente a scongiurare e che, anzi, con la nuova legge si aggrava. Invitiamo tutti i cittadini ad aderire a questo appello, a chiedere ai parlamentari di non approvare la legge e al Capo dello Stato di non firmare questo improvvido testo normativo, evitandone la promulgazione. Ne va della libertà di tutti".

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