I Borghi del Continente Sicilia

Sfogliare “Borghi di Sicilia” il libro edito da Dario Flaccovio e curato da Fabrizio Ferreri e Emilio Messina è un modo per affrontare un viaggio nel “continente” che è l’Isola. Un percorrere strade assolate per trovare rinfresco in borghi ai più sconosciuti, piccole realtà che messe assieme fanno ancora più grande la Sicilia, paesi dimenticati dove forte è il senso di appartenenza delle popolazioni indigene che ostinatamente rimangono legate ad un territorio a volte ostile. Ma “Borghi di Sicilia” è pagine di una storia che qualcuno potrebbe definire “minore” (non grandi Cattedrali, non grandi Castelli o dimore patrizie di cui sono piene le città siciliane) ma che di fatto sono istantanee che completano un quadro differenziato, e appunto per questo, suggestivo, della realtà siciliana. Un percorso che, attraverso schede elaborate da giornalisti e storici locali, attenti conoscitori della realtà di cui scrivono, (per la provincia di Trapani sono presenti Poggioreale, Salemi, Partanna e Custonaci, in questo caso con le note di Simona Licata), dà una immagine ben precisa della intima essenza di questi luoghi, completando con le parole quello che le splendide foto suggeriscono. Un lavoro da cui si evince la curiosità, mista ad orgoglio di mostrare la propria terra, dei due autori - coordinatori. Una terra che offre paesaggi ed angoli naturalistici spettacolari e mozzafiato, che disvela in tutta la sua bellezza paesi in cui ancora si respira l’atmosfera di periodi storici di preminente riferimento, dal paleolitico alla dominazione greca, latina, araba, svevo normanna, ebraica sino al trionfo del Liberty e del Barocco, che hanno caratterizzato, arricchendola, la vita culturale dei siciliani. Borghi di una bellezza selvaggia o di un misticismo che si concilia con la ricerca interiore e di avvicinamento al Divino. Una Sicilia che, pagina dopo pagina, si apre alla curiosità del lettore e che ha tra i suoi effetti quello di incuriosire e di spingere a un viaggio alla scoperta della propria terra, sapendo, da perfetti siciliani abituati ad abbinare il bello al buono, che sarebbe un viaggio in cui alla “goduria” estetica si unisce quella del palato, di una cucina che è anch’essa commistione di dominazioni passate, ma ormai ben radicate nella cultura del Continente Sicilia.