Cronaca

Il boss Mariano Asaro non risponde alle domande del gip

La figura del boss castellammarese

Laura Spanò

Il boss di Castellammare Mariano Asaro fa scena muta davanti al gip. Don Mariano è stato arrestato ieri, nel corso dell'operazione antimafia dei carabinieri del comando provinciale di Trapani, che vede coinvolti anche l'ex deputato regionale Paolo Ruggirello, il boss di Paceco, già in carcere perché arrestato nell'operazione Scrigno, Carmelo Salerno, e il sindaco di Paceco, Giuseppe Scarcella.

Questa mattina davanti al giudice per le indagini preliminari Claudia Rosini, Mariano Asaro, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Chi è Mariano Asaro?

Boss indiscusso di Castellammare del Golfo Mariano Asaro da stamane nuovamente in carcere, fu al centro di importanti vicende giudiziarie. Fu accertata la sua appartenenza, assieme ad altri mafiosi, alla loggia massonica segreta Iside 2, scoperta dalla Polizia a metà degli anni ’80, il suo nome compare in indagini che hanno riguardato la strage mafiosa di Pizzolungo del 2 aprile 1985 e l’omicidio del magistrato trapanese Gian Giacomo Ciaccio Montalto, ucciso a Valderice il 25 gennaio 1983 e con relazioni internazionali e rapporti con agenti dell'ex Sismi. Un boss mafioso ritenuto pericoloso dagli inquirenti. Le intercettazioni hanno tradito anche una certa consapevolezza sugli equilibri mafiosi della provincia palermitana, tanto da essere a conoscenza della ricostituzione di una nuova Cupola nel capoluogo siciliano, risultata vera dopo le indagini che nel Palermitano portarono i carabinieri a smantellare l'organizzazione, con la cosiddetta operazione «Cupola 2.0». Gli investigatori, hanno scoperto Asaro parlare dei mafiosi palermitani con fare dispregiativo, soprattutto per la collaborazione con la giustizia avvenuta immediatamente dopo l'arresto da parte di alcuni degli indagati. Asaro non nascondeva poi l'astio nei confronti dei pentiti, «tutti cornuti», come Giuseppe e Vincenzo Ferro, padre e figlio, ex boss di Alcamo. E' stato sentito parlare bene solo del pentito Francesco Milazzo, boss di Paceco, uno che la mafia di Paceco avrebbe voluto uccidere: questi secondo Asaro avrebbe potuto accusarlo, ma non lo fece, di avere partecipato al delitto del magistrato trapanese Gian Giacomo Ciaccio, Montalto, così come sostenne il pentito Rosario Spatola, «un altro cornuto»a sentire Asaro. Un boss che malgrado gli anni in carcere ha mantenuto ben saldo il suo ruolo all'interno della famiglia mafiosa e sul territorio. L'ex deputato del Pd Paolo Ruggirello lo salutava con due baci e poi gli dava del "tu". Il sindaco di Paceco lo riceveva in Comune e lo chiamava "Don Mariano": "Va bene, ci teniamo informati". I carabinieri hanno così scoperto che Asaro, poteva contare sull'aiuto di quelli che chiamava "amici" per avviare un'attività nel settore sanitario: l'apertura di uno studio odontoiatrico, convenzionato con l'Asp di Trapani. Del resto prima di fare il mafioso era ufficialmente un odontotecnico.

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