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Il giudice Rosario Aitala nel collegio che si occuperà delle atrocità dei russi in Ucraina

Il magistrato è stato PM anche alla Procura di Trapani

Laura Spanò

Un collegio di togati della Corte penale internazionale formato da un magistrato italiano Rosario Salvatore Aitala, 55 anni, Antoine Kesia-Mbe Mindua e Tomoko Akane si occuperà di giudicare i crimini di guerra commessi da Putin.

Aitala, catanese è un ex funzionario di polizia, che insegna diritto internazionale alla Luiss e, come ha scritto nel suo ultimo libro, sostiene che il diritto internazionale sia «un modo di guardare il mondo» e diventare «testimoni di crimini che invocano giustizia».

Una storia esemplare la sua. In Polizia è rimasto dal 1992 fino al 1997, anni nei quali ha anche ricoperto l’incarico di capo di gabinetto alla Questura di Treviso.Poi ha vinto il concorso in magistratura.

La sua prima sede è stata Trapani. Era il periodo dei grandi processi ma anche delle tante operazioni e la Procura trapanese era quasi ogni giorni tra i titoli di cronaca nazionale. Tante le inchieste su cui si è occupato per il suo ruolo di PM nella procura di via XXX Gennaio. Chi lo ha conosciuto professionalmente ma anche personalmente, nel suo periodo trapanese, ricorda la sua preparazione e la sua umanità e simpatia.

Dopo avere lasciato Trapani ha svolto la sua attività anche a Milano e Roma.

Dopo ha coronato il suo sogno, da esperto di diritto internazionale, di entrare a far parte della Corte internazionale di Giustizia dell’Aia. Nel Tribunale è stato anche consigliere per le aree di crisi e ha lavorato contro la criminalità internazionale in numerosi ministeri degli Esteri: dall’Albania all’Afghanistan, dai Balcani all’America Latina. Salvatore Rosario Aitala è stato anche consigliere per gli affari internazionali del presidente del Senato, Piero Grasso ed è ancora oggi membro della commissione sui crimini di guerra insediata dalla ministra della Giustizia, Marta Cartabia.

Cosa dovrà giudicare il Collegio?

Dalle bombe nell'ospedale pediatrico di Mariupol alle fosse comuni e i corpi senza vita per le strade di Bucha. Gli orrori su cui dovrà pronunciarsi non si fermano qui: ricordiamo gli strupri contro le donne ucraine, le deportazioni, il genocidio di cui parla sempre Biden, i saccheggi nelle varie città e le distruzioni di palazzi e case di civili a Kharkiv e nella regione di Kiev. Senza dimenticarsi dei drammatici avvenimenti capitati nella stazione ferroviaria di Kramatorsk.

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