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Il prefetto Priolo saluta la città: "Non abbassare la guardia contro mafia e infiltrazioni nella P.A."

"Sono orgoglioso di essere stato prefetto di questa città e mi sarebbe piaciuto continuare ma dopo 42 anni e 10 mesi di servizio la collocazione a ri...

Ornella Fulco

"Sono orgoglioso di essere stato prefetto di questa città e mi sarebbe piaciuto continuare ma dopo 42 anni e 10 mesi di servizio la collocazione a riposo è d'obbligo". Così il prefetto Giuseppe Priolo ha salutato, stamane, la stampa con un incontro nel quale ha tracciato un bilancio della sua permanenza a Trapani. "Ho sempre interpretato il mio lavoro in maniera totalizzante - ha raccontato Priolo - e adesso dovrò resettare la mia vita e la mia quotidianità. Per fortuna sono un uomo con tanti desideri, alcuni li ho già realizzati, altri spero di poterlo fare adesso che sono in pensione". Priolo ha proseguito sottolineando come questo aspetto della totale dedizione al proprio compito non sia derivato solo da un dato caratteriale personale ma anche da una precisa concezione, e quindi da una scelta consapevole, del proprio ruolo. "Ho detto al personale della Prefettura che tutti siamo parte di un ingranaggio che deve funzionare al meglio, prescindendo dalle donne e dagli uomini che ricoprono i ruoli. Noi rappresentiamo lo Stato e non ci possono essere cadute di impegno nel nostro lavoro. Questo è anche un segno che dobbiamo dare alla società, ai cittadini, perchè possano guardare con fiducia alle Istituzioni. La Prefettura deve essere sempre un punto di riferimento per la gente". Priolo ha voluto ricordare, nel corso dell'incontro, quelli che ha definito i suoi maestri, il prefetto Nunzio Rapisarda e il prefetto Luigi De Sena. "Sono stati undici mesi molto intensi - ha proseguito - ma ci sono abituato, sono sempre stato considerato il 'dirigente delle emergenze', un'etichetta che, tutto sommato, non mi dispiace, è accaduto molte volte così". Priolo ha definito quella a Trapani una "esperienza unica, che ha arricchito il mio bagaglio. Non è vero che chi ha già tanti anni di servizio non ha più nulla da imparare, bisogna solo sapere riconoscere le occasioni per continuare a farlo". Il prefetto ha sottolineato l'importanza della sinergia interistituzionale, un tema su cui si è molto impegnato anche rendendo itineranti, in vari centri della provincia di Trapani, le riunioni del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, e ha voluto fare un particolare riferimento - oltre a forze dell'ordine e magistratura - al vescovo Pietro Maria Fragnelli, "una risorsa per questa città, di cui siamo stati lieti di accogliere indicazioni e valutazioni". Poi il punto sul sistema di accoglienza dei migranti: a partire dall'hotspot di Milo fino ai centri di accoglienza per i richiedenti asilo, per le famiglie e i minori non accompagnati che fanno di Trapani una città "campione dell'accoglienza" - come attestato dalle svariate delegazioni internazionali che sono state in visita sul territorio - con 24 CAS e 2.000 posti a disposizione dislocati sul territorio provinciale. Il dialogo con gli Enti locali è stato un altro dei temi affrontati dal prefetto uscente: "Io intendo questo rapporto, da parte della Prefettura, come sostegno, ricerca di soluzioni comuni e offerta di opportunità, come i tre progetti del PON legalità finanziati su questo territorio". "Ai cittadini - ha proseguito Priolo - conviene che la gestione amministrativa sia improntata al rispetto delle regole piuttosto che lasciare spazio ad infiltrazioni criminali", ha detto a proposito di scioglimenti di Comuni e altri provvedimenti di prevenzione adottati "al solo fine di proteggere la collettività". Il prefetto non ha mancato di commentare le anomalie registratesi in occasione delle recenti Amministrative per l'elezione del sindaco e del Consiglio comunale a Trapani che hanno condotto al commissariamento nell'attesa che i cittadini possano tornare alle urne. "Si tratta - ha detto - di un precedente pericolosissimo per il quale auspico un celere intervento normativo. L'ho segnalato al Ministero dell'Interno e alla Regione. Non è possibile lasciare irrisolta questa discrasia tra leggi regionali e nazionali, specie in una materia così delicata come è quella elettorale dove c'è il rischio di intaccare i meccanismi stessi della democrazia". Priolo lascia una città e una provincia dove "si sono fatte alcune buone cose ma ne restano altre da fare. Io sono calabrese - ha proseguito - e non intendo dare lezioni a nessuno sui problemi legati alla criminalità organizzata e al degrado del territorio. Qui, oltre a questo, ho visto però anche luoghi meravigliosi, cittadini onesti, eccellenze che vanno valorizzate e premiate". La gestione dei rifiuti è, per Priolo, una delle emergenze sulle quali Trapani per prima, deve impegnarsi di più e meglio, una città dove l'attenzione da parte di forze dell'ordine, magistrati e cittadini va rivolta non solo alla mafia e alla criminalità comune ma anche al funzionamento della Pubblica Amministrazione. "Se coloro che rappresentano la società civile - ha sottolineato - sono stati capaci di portare in piazza, lo scorso 21 marzo, diecimila persone allora saranno capaci anche di vigilare sull'operato dell'apparato pubblico". "L'assenza di fatti di sangue eclatanti - ha detto poi Priolo riferendosi alla mafia - non significa che questa non esista e, in questo senso, ho registrato un'azione di contrasto di grande rilievo da parte della magistratura e delle forze dell'ordine". "Se c'è ancora una parte consistente di cittadini - ha concluso il prefetto - che accoglie con poca fiducia i provvedimenti dei magistrati e delle altre Istituzioni, vuol dire che il rapporto tra popolazione e Stato non è ancora solido. Bisogna continuare ad impegnarsi perchè lo diventi, ogni giorno di più".

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