Cronaca

Immigrazione clandestina: fermati due presunti scafisti, rimpatriati altri tre migranti irregolari

Due migranti, giunti lo scorso 8 ottobre al porto di Trapani a bordo della nave "Gregoretti" della Guardia Costiera insieme ad altre 675 persone, sono...

Ornella Fulco

Due migranti, giunti lo scorso 8 ottobre al porto di Trapani a bordo della nave "Gregoretti" della Guardia Costiera insieme ad altre 675 persone, sono indagati per favoreggiamento aggravato all'immigrazione clandestina. Ieri sera gli agenti della sezione criminalità straniera della Squadra Mobile e militari della Guardia di Finanza di Trapani hanno posto in stato di fermo il 29enne nigeriano Simon Chidokwe e Abdelaziz Zibo, 32anni, nato in Niger. I migranti erano stati recuperati, a circa 30 miglia a nord dalle coste libiche dalla nave della Marina Militare Italiana “Orione” e dalla nave militare tedesca "Fgs Mecklenburg Vorpommern" e dalle navi Sea Wath 2" "Minden" e Iuventa" tra il 5 e il 6 ottobre. Dopo il loro trasferimento all'hotspot di Milo per le procedure di identificazione, i poliziotti e i finanzieri avevano acquisito elementi utili ad individuare i possibili scafisti attraverso le testimonianze su coloro che avevano condotto le imbarcazioni partite dalle coste della Libia. Simon Chidokwe e Abdelaziz Zibo, dopo il fermo, sono stati trasferiti alla Casa Circondariale di Trapani a disposizione dell’Autorità giudiziaria. Negli ultimi giorni più di mille migranti sono transitati dall'hotspot di Milo sia perché direttamente sbarcati al porto di Trapani sia perché trasferiti da altri luoghi di arrivo per poi essere sottoposti alle procedure di identificazione e foto-segnalamento. Nel corso delle procedure sono stati identificati due cittadini tunisini - Anis Hamdi, 36 anni, e Mohamed Marouen Hamdi, 25 anni - e il 32enne Karim Bhiri, di nazionalità libica. I tre sono risultati destinatari di un provvedimento di espulsione con divieto di reingresso nel territorio nazionale, disposto rispettivamente dai Prefetti di Modena, Roma e Firenze, in dieci anni e cinque anni, in quanto responsabili di svariati reati contro il patrimonio, la persona e in materia di stupefacenti, compiuti in Italia tra il 2010 ed il 2016. Dopo l'arresto e il processo per direttissima i tre sono stati rimpatriati nei loro Paesi d’origine.

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