Leandro Sugameli, un trapanese alla maratona di Parigi

Nel momento in cui ha ultimato la sua fatica sportiva, concludendo tra i primi cinquemila su oltre 50000 la Maratona di Parigi, il trapanese Leandro Sugameli ha avuto la sensazione di avere vinto. Si, perché, come dice lui stesso” riuscire a terminare una maratona non è cosa di tutti, per questo motivo quando ho passato il traguardo ho pensato di aver fatto storia e di essere una " Legenda". Tutti mi dicevano che il mio obiettivo era la metà ma nella mia testa volevo solo arrivare sotto le 3h e 30m. Fatto!! Finire una maratona esige un carattere molto forte, una grande intelligenza, dedicazione, una grande forza di volontà, un grande livello di pazienza e per ultimo una grande capacità di sofferenza... In definitiva esige essere una persona integra e un poco differente dagli altri esseri mortali... Èuna forma di vita!!! “ Una gara vissuta con il nervosismo del giorno prima e con l’euforia dei primi 10 km, quando “mi sono goduto la festa però sono stato molto attento a non farmi trasportare dalle altre persone e dalla musica. Ho cercato di controllare la velocità e la forza fin dal inizio, pensando che ne avrei avuto bisogno nel finale”. Un finale che entra nel vivo dopo il hm 30, il famoso Muro, dove tantissima gente comincia a stare , con crampi, che si ferma, che vomita. Ma Sugameli ha insistito, ha superato il mix di rabbia, euforia, dolore, fatica, stanchezza, sentimenti puri, emozioni a fior di pelle, determinazione assoluta, ed ha tagliato il traguardo sotto l’ Arco del Trionfo, che da oggi per lui significherà tantissimo. Emozioni e fatica, sudore e soddisfazioni. Ecco cosa è la Maratona, Che poi il palcoscenico sia quello di Parigi, è ancora più emozionante. Soddisfazione doppia, quindi, per questo trapanese che ha portato i colori della città in giro per le vie della capitale della Francia.