La quinta sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato le condanne per associazione mafiosa emesse, nel luglio 2012, dalla Corte d'Appello di Palermo nei confronti di Matteo Messina Denaro e di Giuseppe Grigoli, ritenuto il braccio economico per gli affare del boss latitante. L'imprenditore era riuscito ad ottenere il controllo dei supermercati Despar nelle province di Trapani, Palermo e Agrigento. Di recente beni per 700 milioni di euro sono stati confiscati all'imprenditore che aveva messo in piedi il suo impero proprio grazie alla società con il boss castelvetranese.  La società si trova attualmente in amministrazione controllata e i lavoratori trapanesi, nei giorni scorsi, hanno proclamato lo stato di agitazione per sottolineare la pesante crisi attraversata dall'azienda, non sanata neppure dal ricorso alla mobilità su base volontaria e alla cassa integrazione guadagni straordinaria. In primo grado il Tribunale di Marsala aveva condannato Messina Denaro a trent'anni di carcere, poi ridotti in appello, mentre per Grigoli è stata confermata, sia in Corte d'Appello e adesso in Cassazione, la condanna a 12 anni di reclusione.
Mafia, la Cassazione conferma condanne per Messina Denaro e Grigoli
La quinta sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato le condanne per associazione mafiosa emesse, nel luglio 2012, dalla Corte d'Appello d...
Leggi l'articolo completo su Trapani Oggi