Cronaca

Marsala. Il "supermarket della droga" aperto 24 ore su 24

In commercio anche stupefacente "tagliato" male. Nel 2021 un decesso per overdose

Cocaina, eroina, crack. Nel “supermarket della droga”, realizzato nel quartiere di Sappusi, a Marsala, aperto h24, si spacciava di tutto. Anche stupefacenti “tagliati male” che in passato fecero una vittima, deceduta per overdose.

A gestire la redditizia “piazza”, tre gruppi capeggiati da una donna. E nella loro rete era finita anche un giovane, appartenente ad un famiglia, agitata che nell'arco di un anno ha comprato 1300 dosi, versando nelle casse dei pusher la somma di 70 mila euro. Molti clienti pagavano con il Reddito di cittadinanza, consegnando agli spacciatori la carta con tanto di codice Pin. E se qualcuno non pagava, i componenti del sodalizio, smantellato all'alba di oggi dai carabinieri, passavano alle maniere forti. Il caso di un assuntore che non potendo estinguere il debito accumulato è stato costretto a consegnare l'auto e la moto. Lo stesso poi per procurarsi i soldi avrebbe minacciato la madre e la zia. Gli indagati avrebbero anche pianificato un sequestro di persona per costringere un tossicodipendente ad estinguere il suo debito. Nell'ottobre del 2021 a Marsala è deceduta una giovane per overdose. Secondo quanto accertato dai militari dell'Arma la vittima si sarebbe rifornita a Sappusi. Sul mercato, infatti, finiva anche droga “tagliata male”. Droga che a Marsala arrivata da Palermo. I “corrieri” viaggiavano sui bus di linea. Giunto a destinazione, lo stupefacente veniva “tagliato”. Il denaro incassato gli spacciatori lo versavano in carte prepagate, messe a loro disposizioni da prestanome. Frattanto, uno degli indagati era stata arrestato per omicidio. Nel settembre del 2022, infatti, è stato ucciso, a colpi di piede di porco, un pregiudicato. Delitto maturato negli ambienti dello spaccio. Lo stesso indagato avrebbe tentato di introdurre droga, nascosta in confezioni di cioccolatini, all'interno della casa casa di reclusione di Rossano Calabro dove era ristretto per altri reati. Importante anche la collaborazione di alcuni genitori i cui figli erano finiti nel tunnel della droga. Sui social network, infatti, avrebbero segnalato gli spacciatori.

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