Cronaca

Mazara. Sequestro pescherecci, Musumeci scrive al premier Conte

La proposta di uno “scambio di prigionieri” complica la vicenda

Redazione

Un intervento, presso le autorità libiche, per arrivare a una rapida soluzione nella vicenda del sequestro dei due motopescherecci di Mazara del Vallo. Lo ha chiesto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, con una lettera inviata al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte.

«Ormai da alcuni giorni - scrive il governatore - non si hanno più notizie dei due motopescherecci di Mazara del Vallo ”Antartide” e “Medinea”, sequestrati il primo settembre a 35 miglia a nord di Bengasi. Interpretando il sentimento non solo delle famiglie dei diciotto marinai a imbarcati ma dell'intera Comunità siciliana, Le chiedo un Suo autorevole intervento, presso le autorità libiche, affinché si pervenga ad una rapida e indolore soluzione della triste vicenda, che sta creando sgomento e inquietudine nella mia Isola».

Intanto... "fa discutere la proposta di uno “scambio di prigionieri” complica il rilascio degli equipaggi dei due pescherecci al momento sotto sequestro in Libia nelle mani delle forze militari fedeli al generale della Cirenaica Khalifa Haftar. L’ipotesi (come riporta tre giorni fa il Sito del quotidiano - ilfattoquotidiano) è emersa al margine dei tavoli di mediazione operativi da una settimana, per ottenere il dissequestro dei due motopesca ‘Antartide’ e ‘Medinea’ e la liberazione dei 18 pescatori trattenuti a Bengasi un giorno dopo il viaggio a Tripoli del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. In cambio del rilascio dei marittimi, l’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna) ha chiesto l’estradizione di quattro scafisti, detenuti in Italia perché condannati per la cosiddetta ‘Strage di Ferragosto’ che nell’estate del 2015 portò alla morte di 49 persone, raccontata nel film documentario Fuocoammare di Gianfranco Rosi.

La notizia è stata commentata sui social da alcuni account legati alla gerarchia di Haftar e rilanciata dalla marineria di Mazara del Vallo, ma non c’è alcuna conferma dalla Farnesina che “sta seguendo con massima attenzione la vicenda dei pescherecci sequestrati in Libia”, dice in una nota. Restano stabili i contatti del Ministero con gli armatori e i familiari dei marittimi, tuttora bloccati a Bengasi e trasferiti in una villa “in buone condizioni di salute”, come si vede da alcune foto diffuse da un’associazione mazarese.

La richiesta (si legge sempre sullo stesso Sito del quotidiano nazionale) riguarda Joma Tarek Laamami, di 24 anni, Abdel-Monsef, di 23 anni, Mohannad Jarkess, di 25 anni, Abd Arahman Abd Al Monsiff di 23 anni, condannati a 30 anni dalla Corte d’Assise di Catania per la morte dei migranti, alla quale avrebbero contribuito con “calci, bastonate e cinghiate”, sentenza confermata lo scorso giugno dai giudici di Appello etnei. In Libia sono conosciuti come dei “giovani calciatori” e sin dal loro arresto i familiari hanno sostenuto che “il loro obbiettivo era emigrare per diventare professionisti in un club europeo”, tanto che già in altre occasioni l’ambasciata libica in Italia ha chiesto l’estradizione dei quattro in Libia.

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