Attualità

Montagna devastata dalle fiamme, Tranchida: "Disastro annunciato"

"Un disastro annunciato", così definisce il sindaco Giacomo Tranchida il massiccio incendio, spento solo stamane dopo altre tre ore di lanci dal cielo...

Ornella Fulco

"Un disastro annunciato", così definisce il sindaco Giacomo Tranchida il massiccio incendio, spento solo stamane dopo altre tre ore di lanci dal cielo - iniziati alle 7 - e di operazioni a terra, che ha divorato ettari di macchia mediterranea, alberi, colture agricole e minacciato le case del borgo medievale sulla Vetta. Le fiamme, alimentate dal vento che non ha cessato di soffiare dai quadranti meridionali neppure durante la notte, erano partite nel primo pomeriggio di ieri da contrada Torrebianca, alle pendici sud, e hanno scavalcato il fianco della montagna bruciando anche il versante che guarda verso Valderice. "Il presidente della Regione Crocetta - afferma il primo cittadino di Erice - almeno per questa volta, ci risparmi le sue reazioni scomposte, che con i cittadini ericini non attaccano, e si assuma pienamente ed incondizionatamente le responsabilità per i danni provocati. Venga ad Erice a chiedere scusa oltre che a prendere atto e fare il conto dei danni". Tranchida ha annunciato l'intenzione della sua amministrazione di chiedere l'intervento dell'Autorità giudiziaria "per le gravi responsabilità omissive poste in essere da più parti e a tutti i livelli" e di costituirsi parte civile "negli istaurandi procedimenti penali per il ristoro del danno all'immagine pubblica della città di Erice, la cui fama è internazionalmente riconosciuta, ma anche a supporto dei privati danneggiati (uliveti, vigneti, seminativi, orti, giardini e culture diverse, oltre a qualche casolare agricolo)". Il sindaco ha precisato che "l'amministrazione si farà carico delle spese legali per la costituzione di parte civile da parte dei privati mettendo loro a disposizione un pool di professionisti che si occuperà della quantificazione dei danni e della successive assistenza processuale. Sappia - ha proseguito - il presidente della Regione che la mancata messa in sicurezza ai fini antincendio nonché la mancata ottemperanza alle vigenti ordinanze sindacali in materia antincendio non rimarranno impunite". Tranchida sottolinea che "Monte Erice è, per larghissima parte, demanio della Regione Siciliana e che le tre strade che arrivano in vetta sono di proprietà dell'ex Provincia regionale di Trapani, oggi e da ben tre anni commissariata sempre dalla stessa Regione". Il sindaco di Erice punta il dito sulla mancata realizzazione dei viali parafuoco e sulla forzata "assenza" dell'Azienda Foreste Demaniali e dell'Ispettorato Dipartimentale delle Foreste che non hanno potuto impiegare "gli indispensabili uomini a terra di solito impegnati nelle operazioni antincendio e spegnimento". Analoghe considerazioni fa sull'inazione dell'ex Provincia regionale, "da tre anni sempre commissariata da Crocetta, e che da tre anni, sovente omette di eseguire in tempo utile la scerbatura antincendio, come financo e disgraziatamente accertato sulla ex strada provinciale Difali-Sant'Anna in primo luogo interessata dall'incendio". "Ormai resta ben poco del verde della Regione di Crocetta - commenta amaramente il sindaco di Erice - sono stati graziati dal fuoco, al momento, solo i giardini del Balio e le pinete di proprietà comunale perimetrali alle mura puniche, il resto, ormai, è un cimitero fumante". Tranchida conclude rivolgendo un ringraziamento ai volontari delle associazioni che hanno operato sotto il coordinamento della Protezione civile comunale giungendo, in alcuni casi, sul posto prima dei mezzi dei Vigili del Fuoco, peraltro impegnati in altri incendi sul territorio provinciale trapanese: "Grazie all'associazione Humanitas, grazie ai Vigili del Fuoco Discontinui, alla SOS Valderice, grazie all'associazione "il Soccorso", a tutti i cittadini volontari "muntisi" e al personale comunale. Tutta questa gente ha permesso di contenere la furia del fuoco a terra e davanti alle fiamme, contribuendo financo a far evacuare in maniera precauzionale siti con presenza di abitanti, turisti e profughi minorenni extracomunitari. Il mio più profondo biasimo, invece, va alla Regione, al suo presidente ed ai funzionari dagli stipendi d'oro che anche quest'anno hanno lasciato bruciare la montagna di Erice". Sulla vicenda sono intervenuti anche l'Osservatorio per la legalità e l'associazione Co.di.ci. che hanno anticipato l'intenzione, tramite l'avvocato Vincenzo Maltese, di presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Trapani su quanto avvenuto insieme anche alla sezione territoriale del Movimento Azzurro. "I responsabili a qualunque titolo, sia per favoreggiamento che per omissione nei controlli e nella vigilanza, devono essere assicurati alla giustizia e chiederemo - conclude la nota a firma dei responsabili delle due associazioni di tutela dei cittadini, Marfredi Zammataro e lo stesso Maltese - che si cerchino anche le responsabilità a Palermo per gli eventuali ritardi sull'attività/servizi di prevenzione antincendio disposta dalla Regione".

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