Lavorare nei campi invece di andare in carcere. Accade nel Marsalese dove, anche quest'anno, l'azienda agricola biologica "I Frutti del Sole" accoglierà tre nuovi lavoratori. Si tratta di ragazzi che provengono dal centro Il Faro di contrada Rakalia, rivolto a persone, con problemi di dipendenza da droga e alcol, sottoposte a misure alternative alla detenzione e di cui è responsabile don Antonio Cannatà. Il lavoro nei campi è lultimo passo di un percorso compiuto dagli ospiti che consiste in diverse fasi: la consapevolezza del proprio vissuto negativo, lapprofondimento personale e di relazione di gruppo allinterno della comunità e, infine, linserimento sociale e lavorativo. "L'agricoltura è inclusione e non può e non deve avere barriere sociali - precisa Filippo Licari, amministratore dell'azienda - . Il senso della nostra attività agricola -tende al miglioramento del benessere e della socialità. Noi crediamo nell'agricoltura onesta, fondata sul lavoro del contadino, che deve fornire un guadagno giusto. Il lavoro non deve essere un ricatto, non deve strozzare gli agricoltori ma liberare le loro potenzialità". In azienda i ragazzi scoprono la bellezza e limportanza di avere un impegno, un occupazione, il contatto con persone allesterno che offrono accoglienza, collaborazione. Questo li gratifica e gli garantisce anche una disponibilità economica che rappresenta per loro una possibilità di riscatto, sostenendo le loro famiglie o, comunque, non dipendendo economicamente da esse. Dopo aver completato il periodo di lavoro in azienda e il percorso terapeutico la percentuale di successo personale di questi ragazzi è altissima.
Nei campi invece che in carcere, detenuti al lavoro nell'azienda "I Frutti del Sole"
Lavorare nei campi invece di andare in carcere. Accade nel Marsalese dove, anche quest'anno, l'azienda agricola biologica "I Frutti del Sole" accoglie...
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