Cronaca

Operazione "Sugar". Sgominate dalla finanza due organizzazioni dedite allo spaccio di droga

Sette dei 21 indagati percepivano il reddito di cittadinanza

Laura Spanò

Eseguita dai Finanzieri del Comando Provinciale di Palermo un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali emessa dal G.I.P. del locale Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 21 soggetti, di cui 13 colpiti della misura del divieto di dimora nelle province di Palermo, Trapani e Agrigento e 8 destinatari dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Sequestrate somme e beni per un valore di oltre 220 mila euro tra i beni sequestrati un motopeschereccio.

A guidare i due gruppi sarebbero stati i cugini Salvatore e Rachele Maria Addolorato, di 47 e 46 anni. La donna, assieme ad altri familiari, percepiva il reddito di cittadinanza che le sarà revocato. L’inchiesta coinvolge il marito Pietro Perniciaro, i figli Giuseppe e Paola, la madre Clara Policardo, il fratello Salvatore Addolorato e la compagna Francesca Pizzo.

Sette dei destinatari delle misure cautelari, risultano percepire direttamente o tramite il proprio nucleo familiare il “reddito di cittadinanza”. In conformità alle disposizioni vigenti, tale circostanza sarà oggetto di comunicazione all’INPS al fine dell’immediata sospensione del beneficio.

Gli indagati sono indiziati, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti e autoriciclaggio.

Le indagini, condotte dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo - G.I.C.O., hanno riguardato due gruppi criminali che avrebbero gestito due distinte piazze di spaccio attive a Mazara del Vallo nel quartiere popolare di Mazara 2, attraverso una capillare rete di distribuzione in grado di perfezionare quotidianamente molteplici cessioni di sostanza stupefacente, diversificandone l’offerta dal crack, alla marijuna, all’hashish e alla cocaina.

Quale carattere comune ai due sodalizi investigati, sarebbe emerso il sistematico ricorso a un linguaggio criptico per dissimulare la compravendita di sostanze stupefacenti che, a tal fine, venivano denominate “ricci”, “pesci”, “magliette bianche o scure”, in relazione alle differenti tipologie di droghe trattate. Le vicende oggetto di approfondimento investigativo sono state valorizzate anche in chiave economico- patrimoniale, acquisendo elementi indiziari che hanno permesso di ipotizzare, in capo a uno dei principali indagati, il reato di autoriciclaggio, in quanto lo stesso avrebbe reinvestito parte del denaro frutto dell’attività illecita nell’acquisto di un motopeschereccio, che fa parte dei beni oggetto del provvedimento di sequestro.

L’odierna attività di servizio testimonia la costante attenzione e il perdurante impegno della Guardia di Finanza, nell’ambito delle indagini delegate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, nel contrasto del traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti e nella conseguente aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati, a tutela della salute pubblica e dei cittadini onesti.

Si evidenzia che il provvedimento in parola è stato emesso sulla scorta degli elementi probatori acquisiti in fase di indagine preliminare, pertanto, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di innocenza.

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