Perché le banche demonizzano Bitcoin & le Criptovalute?

Il mondo di oggi è di fronte a innovazioni che incidono sui modelli di vita e svelano utilità e limiti di organismi privati e pubblici. Le banche mondiali, demonizzano davanti alle telecamere le criptovalute, ma poi, lontano da occhi indiscreti, ci flirtano senza vergogna. Perchè?

Niki Mazzara

Il mondo di oggi è di fronte a innovazioni che incidono sui modelli di vita e svelano utilità e limiti di organismi privati e pubblici. Le banche mondiali, demonizzano davanti alle telecamere le criptovalute, ma poi, lontano da occhi indiscreti, ci flirtano senza vergogna. Perchè? Il fenomenoBitcoin italia, capostipite dellecriptovalute, lanciatosul mercato nel 2009 dal misterioso, quanto fittizio Satoshi Nakamoto

eoggetto di crescente attenzionedapiù svariate parti, neè un significativo emblema.

Il “nomen”, riferito di solito all’intero mondo dellecriptocurrencies,identifica, invece,solo una delletantesul mercato.L’”entità”è “virtuale”,“simbolica”, espressione diun algoritmo,pubblico ed immodificabile,che fissa e limitail numero massimo, appunto,dei “simboli”suscettibilidi emissione.

Unodegli errori più frequenti èconsiderarlouna moneta.Non godendo di corso legale,non lo è,perché non v’èl’obbligo diaccettarlonelle transazioni tra le parti,in nessun paese.Il suo valore èdeterminatodallasolafiducia che il mercatopone in esso,bypassando qualunque forma di“intermediazione”delleautoritàistituzionali. Non a caso la questione occuperà spazio alG20 di Buenos Aires.

Le transazioni inBitcoinrispettanoun protocollo di registrazione e comunicazione pubblica, imperniato suun database decentralizzato, denominatoBlockchain.I dati del protocollo non sono memorizzatisu un solo computer,ma su più macchine, contemporaneamente collegate tra loroegestite da soggetti indipendenti, che danno vita ad una vera e propria piattaforma. Così interagendo,ne risultaunasortadi quaderno contabile digitaleche,perilsuo funzionamento a blocchi (da cui il nomeblockchain),se non inscenari apocalittici(improbabili percosti ecomplessitàtecniche),èassaidifficilmente attaccabileda operatori informatici,rispetto adun qualsiasi altro congegno che conserva e trasferiscedati e notizie.Questa“rivoluzionaria”,edinnovativa,“formula” èreplicatada molte“alt-coin”(criptovalutealternative alla capostipite) e, in alcuni casi, addirittura,rivisitataemigliorata.Nuove piattaforme, quasi tutte collegate ad unacriptovalutadi riferimento,del tipo(adesempio)Ethereum,hannosperimentatolacreazionedismart contracts, eliminandol’interventonotarile(e correlativo costo)per tutta una serie di transazioni. Il sistema a blocchi, garantendopubblicità,irreplicabilitàel’immodificabilitàdei contenuti,rende del tutto superfluol’intervento del pubblico ufficialeperdare certezzae pubblicitàainegozi tra le parti,senza rischi difrode.Dato incontrovertibile, e non da sottovalutare, è chela“formula”èin espansione.Grossi gruppi, entitàistituzionali eprivatiiniziano a confrontarsi, in maniera concreta,conessa:nello stato dell’Arizonaèin discussione una legge che abilita a pagare le tasse inBitcoin;Western Union effettuaverifiche sulprogettoRipple;il Banco di Santanderètra i principali finanziatori delcrowd fundingsottostante al lancio propriodi quest’ultimoprogetto;diffuse le ordinazioni online perKFC Canada;giàcreate“cripto valleys”(da noia Rovereto)dove si accettanoBitcoinperscambicommerciali di ogni genere.Ilprotocollo a blocchi,e le valute che tramite esso circolano,riescono a“catturare”disparati e rilevantiinteressi:analistidi Goldman SachseJp.Morgan,ilFondo monetario internazionale,banche centrali,pur se, perilpresidentedellaBanca centrale europea,Mario Draghi,lecriptovalutenon sono una priorità a cui dedicarsi.Un recente sondaggio delCambridgeCenter For Alternative Financeindica,invece, che una Banca centrale su cinque presta attenzione ai suindicati nuovi protocolli.La scelta è necessaria pernonfarsi superaredagli eventi. Le funzioni proprie di una Banca centrale si esauriscono nel governo della moneta, neltargettwosecurities(contabilità dei titoli del debito sovrano collocati),oltre allagestione della centrale rischi,nel contesto dell’attività di vigilanza sul sistema del credito. Facile intendere che le attività appena indicate potrebbero installarsi sulBlockchain, dando vita a una fonte inesauribile,e continuamente aggiornata,diinformazioni e di datisicuri e, per questo,assolutamenteaffidabili.Lefunzionistesse di politica monetaria, linea Maginotinvocata a “difesa” della sopravvivenza delle banche centrali,sembranosuscettibili dialternative forme di gestione. Il “Serpente Monetario Europeo”, l’accordo siglato nel 1972 tra (all’epoca) Cee e Usa per determinare l’oscillazione del valore delle monete continentali e di quella d’oltreoceano, rappresenta un significativo esempio digovernance“automatizzata”del rapporto di cambiodi monete e valute. Le misure per il governo dei tassi d’interesse potrebbero seguire un processo similare. In unmondo basato sulla fiducia degli investitori,e nonsu strategie politico-finanziarie deciseda terzi,il “protocollo” di cui sopra, se nonconvenientementeregolamentatoquanto ad applicazione,proprio per il potenziale rivoluzionario cheesprime,è idoneo aprendere ilsopravvento sul mercato,rendendo, nei fatti,superfluala prefigurazione, per restare all’ultimo argomento,delleBanche centrali,facendonemettere in discussione utilità, funzione e ruolo.La forza dell’innovazionesopradescritta sembra possedere una“capacità”eduna carica ancor più dirompente. L’estensione dell’impiego del “protocollo a blocchi”,come strumento di certezza e pubblicità,puòandare ben oltre il superamento(per restare agli esempi fatti)della funzione e del ruolo di notai e/odibanche centrali.Si pensi al catasto ed al suo funzionamento e,per riferirci a questi giorni, all’imminente consultazioneelettorale,e così via. Gli ultimi esempiper segnalare cheladiffusa applicazionedi detto protocolloaiservizi di cui si occupalo stato,nelle sue varie articolazioni, rischia di mettere a nudo, sumoltiversanti,costi ed inefficienze dell’apparato burocratico,oltre a far percepiresino a qual punto ci sipuòspingerenei processi di contenimento della spesa pubblica,da tempo,non sempree non tuttanecessaria eproduttiva e non costantemente sotto controllo.

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