Cronaca

Processo Altamirano: manca la perizia tossicologica, udienza rinviata al 30 novembre

Si dovrà attendere fino al prossimo 30 novembre per conoscere l'esito della perizia farmacologica e tossicologica, disposta dalla Corte di Assise di T...

Ornella Fulco

Si dovrà attendere fino al prossimo 30 novembre per conoscere l'esito della perizia farmacologica e tossicologica, disposta dalla Corte di Assise di Trapani nell'ambito del processo a carico di Aminta Altamirano Guerrero, la 34enne messicana, in carcere ormai da più di due anni, accusata di aver ucciso il figlioletto Lorenz di cinque anni, con un'overdose di Laroxyl, il farmaco antidepressivo che la donna assumeva su prescrizione dei suoi medici. Mentre i due periti Giovanni Fontana e Benilde Garcia Sanz hanno regolarmente depositato, entro il termine di 90 giorni fissato lo scorso 8 giugno, quanto richiesto dai giudici, e cioè il primo la trascrizione di una cassetta audio ritrovata dalla Polizia nell'abitazione di via Amendola, ad Alcamo, e la seconda la traduzione dal Messicano all'Italiano di diversi scritti dell'imputata contenuti in alcune agende incluse tra i reperti a suo tempo prelevati dagli uomini del Commissariato nell'abitazione della donna, la professoressa Francesca Di Gaudio, incaricata di eseguire una serie di esami tossicologici, ha comunicato alla Corte l'avvenuta impossibilità di eseguirli nel termine concesso per motivi di carattere tecnico-organizzativo riguardanti il Centro regionale di Tossicologia della Sicilia. La docente universitaria ha chiesto altri 60 giorni di tempo per depositare la perizia. Il presidente Antonio Pellino, su richiesta dei legali della difesa, Baldassare Renda e Caterina Gruppuso, ha ridotto il termine a 45 giorni, anche in considerazione del protrarsi del periodo di custodia cautelare in carcere dell'accusata. La perizia farmacologica e tossicologica in questione deve rispondere ad una serie di quesiti posti dalla Corte: l’eventuale assunzione da parte dell’imputata e del piccolo Lorenz di acido valproico (contenuto nel Depakin prescritto dai medici alla donna che era in cura per depressione) attraverso l’analisi, dove ancora possibile, dei reperti biologici acquisiti agli atti del processo, precisando la concentrazione e la quantità della sostanza, se presente; la quantità di amitriptilina (contenuta nel Laroxyl), assunta da Aminta Altamirano Guerrero e dal bambino “tenendo conto della quantità rinvenuta nei reperti biologici previa analisi, ove ancora possibile, dei rispettivi reperti biologici”. I giudici chiedono anche di conoscere quale sia la dose mortale di amitriptilina per un bambino con le caratteristiche fisiche del piccolo Lorenz “precisando se un quantitativo compreso tra 80 e 100 gocce di Laroxyl sia sufficiente a raggiungere la soglia letale”. In ultimo, i periti dovranno anche indicare quali sono gli effetti dell’associazione tra i due principi attivi del Laroxyl e del Depakin. Nell'attesa che gli accertamenti vengano compiuti, nell'udienza di stamane si è deciso di rinviare l'audizione degli altri due periti, che erano presenti in aula, al prossimo 30 novembre quando saranno disponibili anche i risultati della perizia farmacologica e tossicologica. In aula, stamane, era presente anche il padre di Aminta Altamirano Guerrero, giunto la scorsa settimana dal Messico per incontrare la figlia al carcere "Pagliarelli" di Palermo dove la donna si trova reclusa dopo la chiusura del reparto femminile della Casa circondariale di Trapani.

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