Cultura

Riapre dopo 46 anni la chiesa di San Domenico

Tornano alla fruizione di intere generazioni, che non li hanno mai visti, i preziosi stucchi che Antonino Ferraro da Giuliana realizzò, su volere di d...

Ornella Fulco

Tornano alla fruizione di intere generazioni, che non li hanno mai visti, i preziosi stucchi che Antonino Ferraro da Giuliana realizzò, su volere di don Carlo d’Aragona, vicerè di Catalogna e ambasciatore in Germania, nella chiesa di San Domenico a Castelvetrano. L'edificio, appartenente al fondo Fec del Ministero dell’Interno, fu chiuso al culto nel 1968, a seguito del sisma che distrusse interi paesi della Valle del Belice. Da allora, un ponteggio montato negli anni Ottanta per riparare il tetto, è rimasto come un sipario di ferro a nascondere quella che in tanti definiscono la “Sistina di Sicilia”. Troppi decenni di incuria che hanno mortificato una delle espressioni più alte del manierismo siciliano che, finalmente, venerdì prossimo, alle ore 9,30, tornerà ad essere visibile agli occhi di tutti.Ci sono voluti cinque anni di lavori e l’impegno dell’architetto Gaspare Bianco della Soprintendenza ai beni culturali di Trapani per restaurare stucchi e marmi dell’apparato decorativo del presbiterio e liberare quei capolavori dai ponteggi. "Il restauro ha costituito un’irrinunciabile opportunità di studio delle tecniche artistiche caratterizzanti questa misconosciuta bottega di “cesellatori siciliani” dello stucco – spiega Bianco – e una straordinaria occasione per un approfondimento e una appassionata ricerca sull’iconografia cristiana e sul valore della forza comunicativa delle immagini". Antonino Ferraro realizzò gli stucchi della chiesa di San Domenico come capostipite di una famiglia di stuccatori e pittori insediatisi per generazioni a Castelvetrano. L’artista fu chiamato a Castelvetrano da don Carlo d’Aragona, “Magnus Siculus”, che, probabilmente, ne aveva ammirato le opere realizzate nella Cattedrale di Palermo nel 1574. Soddisfatto anche il primo cittadino di Castelvetrano, Felice Errante: "Questo è uno dei pochi casi in cui si può realmente parlare di evento storico - afferma - viene restituito alla città ed al mondo intero uno dei più alti esempi del manierismo siciliano, per questo voglio invitare la cittadinanza a partecipare numerosa all’evento per testimoniare l’amore per questo gioiello della nostra città”. Alla manifestazione saranno presenti l’Assessore regionale ai Beni Culturali, Mariarita Sgarlata, il vescovo della Diocesi di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero, i responsabili della Soprintendenza di Trapani, la deputazione regionale e nazionale del territorio ed eminenti storici e studiosi che relazioneranno sul restauro e sulle opere che si trovano all’interno della chiesa.

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