Attualità

Riserva naturale Monte Cofano, si lavora per ottenere la riapertura

Conferenza Stampa di presentazione della manifestazione “In marcia per Monte Cofano” di informazione e sensibilizzazione degli organi

Ornella Fulco

Conferenza Stampadi presentazione, stamane nella sede di Sicindustria a Trapani, della manifestazione “In marcia per Monte Cofano”. L'iniziativa di sensibilizzazione per la riaperturadella “Riserva Naturale Orientata di Monte Cofano” si svolgerà domenica prossima 7 aprilea partire dalle ore 10.In campo associazioni ambientali, comuni edenti pubblici per cercare una soluzione urgente per la messa in sicurezza e consentire la pubblica fruizione dell'area protetta estesa 500 ettari in vistadell'imminente stagione turistica. La Riserva di monte Cofano rappresenta un attrattore naturalistico importante della Sicilia occidentale e della destinazione Trapani ma, a causa del rotolamento di alcuni massi, è interdetta lafruizione dal 2017.Nel corso dell’incontro sono state illustrate le motivazioni tecniche che hanno portato alla chiusura e fornite le informazioni di tipo tecnico-scientifico-amministrativo per avviare soluzioni concrete per la riapertura in tempi brevi.Tra queste c'èil progetto di messa in sicurezza del sentiero che costeggia la cresta rocciosa allestito dal Genio Civile di Trapani per un ammontare di circa 200mila euro. Ciò consentirebbe la fruizione, almeno parziale, ai visitatori di un'area di grande attrattiva.Erano presenti isindaci di Custonaci, San Vito Lo Capo eTrapani, il rappresentante del CAI Erice , Vincenzo Fazio, della Scuola di Apinismo di Palermo, Fabrizio Antonioli, del Soccorso Alpino, Marco Bonamini, del Dipartimento provinciale Foreste, Girolamo Pipitone, del Dipartimento Regionale Foreste, Olimpia Campo, e Giuseppe Clemente, presidente del clubLegambiente PizzoCofano.

Il primo cittadino di Custonaci ha proposto la convocazione di una conferenza di servizi in cui affrontare la problematica in tutti i suoi aspetti e con tutti gli attori istituzionali coinvolti.

Il direttore della Scuola di Alpinismo ha evidenziato l'esigenza di far tornare fruibile la Riserva ma ha anche sottolineato che bisogna fare "cultura" della montagna: "I massi ci sono e vanno monitorati - ha detto - ma non richiedono interventi di bonifica che costano milioni di euro". Per la loro natura- ha spiegato - si tratta di massi che si muovono nel giro di svariati secoli e non costituiscono un pericolo maggiore di quello presente, in genere, in aree di montagna. Chi va in quei luoghi deve sapere come muoversi e cosa fare, non si può chiudere tutto per una generica esigenza di sicurezza".

Installazione di reti paramassi o sganciamento degli stessi o altre soluzioni dovranno - secondo il parere unanime dei presenti - essere valutate nell'ottica della efficacia ma anche della "parsimonia" dato che si tratta dell'utilizzo di fondi pubblici.

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