Salemi, 12 dicembre 2009 -Vittorio Sgarbi è rientrato ieri in Italia da un viaggio in Israele e Palestina dove, tra gli altri, ha incontrato a Betlemme il Ministro del Turismo e delle Antichità palestinese Khouloud Daibes-Abu, nellambito degli incontri istituzionali promossi dallUfficio per la Cooperazione Internazionale del Consolato Italiano a Gerusalemme in occasione del «Festival di Arti e Mestieri Antichi della Tradizione Italiana».Sgarbi, accompagnato dal Direttore dellUfficio di Cooperazione, il dottor Giannandrea Sandri, si è intrattenuto per circa unora con il ministro palestinese affrontando peraltro, la difficile situazione dei confini e delloccupazione che oppone lAutorità Nazionale Palestinese allo Stato di Israele. «Noi ha esordito il Ministro palestinese Khouloud Daibes-Abu ospitiamo nella nostra terra siti religiosi di universale valore. Rispettiamo le accumulazioni della Storia e ogni sito religioso indipendentemente a chi appartiene. A Gerico per esempio ha sottolineato il Ministro - ci sono sinagoghe che noi teniamo aperte e rispettiamo». Sulloccupazione dei territori palestinesi da parte di Israele il Ministro ha osservato: «La cultura in questa situazione difficile ci aiuta a mantenere i legami con i popoli. Loccupazione ci porta ad esprimerci attraverso la cultura; così facendo abbiamo una speranza per un futuro migliore. La cultura, in queste condizioni di chiusura, è per noi una priorità. Purtroppo ci sono pochi programmi della cooperazione internazionale rivolti alla cultura; lItalia però è uno dei pochi paesi che investe parecchio in questo settore». Vittorio Sgarbi ha osservato: «Io sono da molto tempo in buoni rapporti con il mondo palestinese ed ho più volte incontrato Arafat. Più di 10 anni fa ha ricordato Sgarbi - ho svolto alcune azioni, diciamo così, anti americane, violando, con un piccolo aereo, lembargo in Libia e in Iraq». Sgarbi ha indicato al Ministro i legami tra Salemi, il mondo musulmano, cristiano ed ebraico: «La nostra è una città che tiene vivo il tema del dialogo delle religioni; in passato abbiamo avuto, in una condizione di pacifica convivenza, un quartiere ebraico, uno cristiano e uno musulmano che testimoniano una tradizione di grande dialogo. In questa situazione di perenne conflittualità, proprio attraverso la mediazione della cultura, ci proponiamo come una sorta di porto franco dove promuovere il dialogo». Sgarbi non ha mancato di dichiarare come il confronto tra i due paesi «sia di fatto sovrastato dalla forza di Israele. La quale forza ha detto Sgarbi poggia su due ragioni: primo che Israele ha uno Stato, secondo che la sue rivendicazioni non sono sostenute da atti terroristici. Il mondo palestinese porta invece con se una sensazione di continua guerriglia mettendo in discussione i valori dellOccidente.Il popolo palestinese ha sottolineato Sgarbi - che è vittima, passa invece per un popolo pericoloso. Questo non accade per Israele per la percezione che vi è in Occidente. Nelle nostre scuole italiane ci sono i crocifissi. Nessun ebreo chiederebbe di togliere i crocifissi, ma un musulmano lo fa. Nella percezione dellOccidente il mondo arabo e musulmano sono contro i cristiani. Penso che Betlemme e Gerusalemme possano diventare il luogo di un dialogo armonioso tra le religioni, e quindi anche presidio di una civiltà musulmana che non è contro. Questo è il messaggio che deve arrivare a noi, non quello di Al Qaeda o di Amadinejad »
Sgarbi: «Gerusalemme e Betlemme luogo di dialogo tra le religioni»
Salemi, 12 dicembre 2009 -Vittorio Sgarbi è rientrato ieri in Italia da un viaggio in Israele e Palestina dove, tra gli altri, ha incontrato a Betlemm...
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