Cronaca

Si allarga l'inchiesta sul laboratorio di analisi sequestrato ad Alcamo dai carabinieri

Il tampone, l’esito falso, la morte: Covid, inchiesta choc

Redazione

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Lo scorso 16 ottobre i carabinieri del Nas di Palermo sequestrarono il laboratorio Covid per lo screening del coronavirus di Alcamo. In quella circostanza furono denunciati il proprietario della struttura e il direttore tecnico per falso e frode nell’esecuzione del contratto con l’Asp di Trapani. Il laboratorio, infatti, avrebbe continuato a fornire servizi di analisi sulla positività nonostante le apparecchiature utilizzate fossero ritenute non idonee. L’azienda ha analizzato tamponi molecolari per conto dell’Asp di Trapani, di privati e di cliniche della provincia di Palermo e Trapani con test che avrebbero dato un esito errato rispetto a quello reale.

Oggi secondo quanto ricostruisce la redazione di LiveSicilia.it di Palermo l'inchiesta si sarebbe allargata e sono venute fuori delle circostanze su cui la Procura di Trapani sta indagando. Leggiamo quanto riporta il sito palermitano ...

(fonte LiveSicilia.it) - Al momento l’inchiesta ipotizza una “responsabilità colposa per morte in ambito sanitario”, ma c’è molto di più. Si parte purtroppo dal decesso di una donna per Covid. Viveva nella stessa casa del cognato, il quale si era sottoposto al tampone che aveva dato esito negativo. Solo che il tampone era stato eseguito nel laboratorio Ecolab di Alcamo finito sotto sequestro perché avrebbe consegnato dei referti con esito falso.

L’esposto

Sul tavolo della Procura di Trapani, al momento retta dal procuratore aggiunto Maurizio Agnello, l’1 novembre scorso è arrivata, tramite l’avvocato Salvatore Galluffo, la denuncia di una donna che racconta la tragica storia della sua famiglia. La sorella è morta a causa del Covid e il marito si è salvato grazie all’intervento dei medici.

Il marito sta male

La sera del 17 settembre scorso il marito di 58 anni torna a casa. Ha un forte mal di testa e una leggera febbre. Assume un antipiretico. All’indomani al risveglio ha 38,5 di febbre e dolori in tutto il corpo. La moglie contatta il medico curante che consiglia di fare il tampone. Solo che in presenza di febbre non si può fare il sierologico, ma il molecolare. Con la coppia vive anche la sorella che inizia ad accusare gli stessi sintomi. Stessa cosa nei giorni successivi accade ai figli della coppia. Tutta la famiglia è contagiata dal Covid.

A quel punto il medico li indirizza al laboratorio di Alcamo consorziato con la società Koala. Per un tampone chiedono 100 euro, troppi per farlo tutti. Al test si sottopone solo il marito. La mattina del 25 settembre arriva il risultato: negativo. Tirano un sospiro di sollievo.

Le sue condizioni, però, non migliorano e il medico curante decide di visitarlo. Ausculta i polmoni, qualcosa non lo convince e invita l’uomo ad andare in ospedale. Ed è qui che emerge la positività al Covid e l’esigenza di ricoverarlo in rianimazione. Vi è rimasto due settimane. Adesso sta meglio, ma vive ancora in isolamento in un’altra casa.

La morte della sorella

La storia si fa drammatica per la sorella di 66 anni che il 3 ottobre finisce in ospedale a Palermo dove muore il 19 ottobre. Anche lei era positiva al Covid. Secondo i familiari se avessero saputo subito dell’infezione del cognato l’intervento sanitario sarebbe stato più tempestivo.

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