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Tradizione o evoluzione?

Negli ultimi tempi, le tradizioni popolari/folkloristiche del nostro territorio hanno subìto un calo dal punto di vista organizzativo. Sempre minore i...

Marco Giurlanda

Negli ultimi tempi, le tradizioni popolari/folkloristiche del nostro territorio hanno subìto un calo dal punto di vista organizzativo. Sempre minore importanza viene attribuita alla pianificazione di un evento folklorico, ma per quale ragione? Sarà la crisi economica? Sarà forse il disinteresse da parte delle amministrazioni a finanziare un certo tipo di “coinvolgimento popolare”? Forse non si vede più nell’organizzazione di eventi di questo tipo un successo di carattere ludico? Queste sono alcune delle domande che un po' tutti si pongono, soprattutto chi reduce di un passato in cui si viveva di (forse continue) feste popolari e manifestazioni folkloristiche, che siano esse spettacoli, rassegne o sagre. C’è da dire, inoltre, che non esiste tradizione senza “evoluzione”. Sembrerebbe quasi una contraddizione, invece ritengo che essa sia la migliore compagna della cultura popolare, perché è necessario, specie al giorno d’oggi, in una società tanto frenetica quanto (a parer mio) monotona, un processo di rinnovamento, inteso (attenzione!) non come stravolgimento dell’autenticità originale, bensì come “adattamento” del linguaggio tradizionale ad una comunità non più inserita all’interno di un abituale “rito” conservatore. In poche parole, sarebbe utile un rinnovamento nello stile di messa in scena di uno spettacolo di musica popolare, di un evento o festival folklorico che sia, di una sagra, e così via. Il diletto dev’essere accompagnato dalla ricerca e lo studio, ma se si vuol fare “spettacolo” è necessario coinvolgere il pubblico con mezzi più vicini alle proprie tendenze intrattenitive, senza dimenticare, ripeto, di dare in mostra l’anima vera di ciò per cui si opera. Cercare di proporre novità alle amministrazioni locali, incoraggiando un progetto di questo tipo, sarebbe un orizzonte di speranza verso un investimento che nel nostro territorio porterebbe sicuramente frutti di carattere turistico e artistico, dando stimoli ed incentivi di coinvolgimento popolare in attività che appartengono alla storia dell’uomo, ma che sono state sottovalutate, se non calpestate, da gente ignorante e da finti esperti del settore.

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