Trapani, consiglio provinciale: “Abolizione delle Province dannoso”

Trapani, 14 dicembre 2011- Chiedere al cappone di essere contento del Natale è un po’ troppo. Così il Consiglio Provinciale di Trapani  ha dedicato l...

Niki Mazzara

Trapani, 14 dicembre 2011- Chiedere al cappone di essere contento del Natale è un po’ troppo. Così il Consiglio Provinciale di Trapani  ha dedicato larga parte di una sessione di lavori al  dibattito sull’attualissimo tema dell’abolizione delle Province, stigmatizzando senza mezzi termini i provvedimenti legislativi in itinere (uno nazionale, l’altro regionale) che a breve termine dovrebbero concludersi con il de profundis per questi Enti locali intermedi. Per i consiglieri provinciali tale istituzione è  importantissima perché da ben 152 anni (decreto-Rattazzi del 23 ottobre 1859)  garantisce ill decentramento democratico e la organizzazione del territorio italiano sancita dalla Costituzione. “Peraltro, nella storia dell’Italia unita i Consigli Provinciali sono stati sciolti d’imperio – come  ha sottolineato  il Consigliere Piero Russo, affermazione ripresa dal Presidente Poma - soltanto durante la dittatura fascista. Ma l’aspetto forse più inquietante di tutta la situazione è che la tanto decantata riduzione della spesa pubblica non si raggiungerà certo abolendo le Province.”  Ed a supporto di questa posizione il consiglio ha portato uno studio realizzato dalla prestigiosa Università Bocconi di Milano – il passaggio di funzioni dalle Province alle Regioni ed ai Comuni servirà a conseguire un solo obiettivo: quello di creare sprechi e inefficienze. In Sicilia, in particolare, la Regione dovrebbe individuare ulteriori e non indifferenti risorse (oltre 190 milioni di euro annui) per coprire le spese necessarie per garantire i servizi pubblici in capo ai liberi Consorzi e finora assicurati con i trasferimenti statali alle nove Province Regionali”. Nella relazione bocconiana, poi, si legge che “se guardiamo invece alla spesa delle Province – scrive il Prof. Roberto Zucchetti, docente della Bocconi – dai dati del SIOPE, dell’ISTAT e dai rendiconti di bilancio del Ministero dell’Interno appare evidente che queste Istituzioni hanno addirittura contribuito ad una notevole riduzione della spesa pubblica complessiva. Analizzando poi le spese di tutte le istituzioni locali l’Università Bocconi sottolinea che, nel totale della spesa corrente, quella delle Province rappresenta il 4,5%, contro il 72,7% delle Regioni e il 22,8% dei Comuni. Ciò significa che il 95,5% della spesa complessiva rimarrebbe a carico dei cittadini italiani. Quindi, con questa riforma si inciderebbe solo in minima parte sugli effettivi costi della politica”. Insomma, a palazzo del Governo l’intenzione ferma è di lottare per il mantenimento delle Province , sino alla impugnazione davanti alla Corte Costituzionale delle norme lesive dell’autonomia politica ed istituzionale delle Province.

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