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Alcamo | Cronaca

Arrestato il boss mafioso Diego Melodia

07 Maggio 2014 11:31, di Ornella Fulco
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I Carabinieri di Alcamo hanno arrestato, ieri pomeriggio,  Diego Melodia, 79 anni, detto il "consa seggie”, uno dei capostipiti dell’omonima famiglia ...

I Carabinieri di Alcamo hanno arrestato, ieri pomeriggio,  Diego Melodia, 79 anni, detto il "consa seggie”, uno dei capostipiti dell’omonima famiglia mafiosa alcamese, ritenuto al vertice del mandamento tra gli anni 2006 e 2008. Il provvedimento di carcerazione  è stato eseguito, su ordine della Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Palermo-Ufficio Esecuzioni Penali, dopo che il ricorso in Cassazione contro la condanna a 17 anni e 3 mesi di reclusione  é stato rigettato. La pena inflitta a Melodia trae origine dall’indagine “Cemento libero” che gli investigatori dell’Arma di Alcamo avevano condotto, di concerto con la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, proprio negli anni in cui Melodia  aveva assunto un ruolo di vertice nella cupola mafiosa alcamese. L'operazione portò all’emissione di undici misure cautelari, oltre a dieci avvisi di garanzia ed al sequestro di un impianto di produzione di calcestruzzo, la «Medi Cementi s.r.l.» del valore 1 milione di euro. In quell’indagine i Carabinieri avevano compreso come, nell’alveo della potente articolazione mafiosa di Alcamo, attraverso metodologie comportamentali tutte riconducibili alle modalità operative di Cosa Nostra, i membri della famiglia Melodia e soggetti affiliati fossero riusciti ad imporre sistematicamente il pizzo ad imprese e commercianti e a consentire alla Medi Cementi S.r.l. (riconducibile alla famiglia Melodia), proprietaria di un impianto di produzione di calcestruzzi in contrada "Furchi" di Alcamo, di raggiungere ben presto una posizione di assoluta egemonia del mercato nell’intero territorio di competenza del mandamento mafioso. L’attività d’indagine aveva accertato come il tessuto connettivo di Cosa Nostra alcamese, sebbene depauperato di importanti componenti finiti in carcere, si fosse tuttavia rigenerato, attingendo da un nutrito substrato di soggetti fino a quel momento non sottoposti a misure restrittive e, dunque, in grado di muoversi liberamente sul territorio e per mezzo dei quali venivano portati avanti gli interessi della famiglia mafiosa. Diego Melodia ha da sempre rivestito un ruolo di spicco all’interno di Cosa Nostra alcamese fin da quando era stato incaricato di occuparsi, negli anni Novanta, della individuazione e selezione delle vittime delle estorsioni. Suo figlio Ignazio, 48 anni, è stato anche lui definitivamente condannato per partecipazione all’associazione mafiosa e, nonostante la giovane età, tratto ripetutamente in arresto ed a lungo detenuto. Il fratello di Diego Melodia, Nicolò, detto “Cola”, 90 anni, è padre di Antonino, 65 anni, reggente del mandamento alcamese per alcuni anni fino al 1995 e, da allora, si trova in carcere in quanto colpito da condanne a pesanti pene detentive, e di Ignazio, detto “il dottore” per la professione medica svolta, successore di Antonino, anch’egli riconosciuto uomo d’onore e condannato per associazione mafiosa ed estorsione, attualmente sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno ad Alcamo. Nel corso dell’indagine “Cemento libero” oltre ai due importanti ed autorevoli membri della famiglia Melodia, Diego ed Ignazio, era poi emersa la figura di Liborio Pirrone, alias “Popò”, imprenditore nel settore dei calcestruzzi, già gravato da precedenti penali, risultato coinvolto in ambigui rapporti con l’associazione mafiosa. Oltre a lui, l’attività investigativa permise di far luce anche sul profilo criminale di tre fratelli alcamesi, Giorgio, Salvatore e Stefano Regina, anch’essi con precedenti penali, ritenuti a disposizione del sodalizio mafioso e, di volta in volta, utilizzati come bracci operativi per commettere attività delittuose a favore dell’associazione e per contattare vittime di estorsioni e potenziali acquirenti di calcestruzzi ai quali l’associazione mafiosa faceva giungere il preciso ordine di rifornirsi presso la Medi Cementi. Tra il 2010 ed il 2011 sono arrivate le condanne in primo e secondo grado che vanno dagli 8 ai 20 anni di carcere, tra cui, appunto, quella inflitta a Diego Melodia che ora, a seguito della dichiarazione d’inammissibilità del ricorso con cui si è pronunciata la Corte di Cassazione, è divenuta definitiva.

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