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Arresto Incandela. I commenti dalla Diocesi

17 Aprile 2013 16:41, di Redazione
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Un "plauso sentito e commosso all’Arma dei Carabinieri e alla magistratura che, con grande pazienza ed efficacia investigativa, hanno assicurato in po...

Un "plauso sentito e commosso all’Arma dei Carabinieri e alla magistratura che, con grande pazienza ed efficacia investigativa, hanno assicurato in poco tempo alla giustizia l’esecutore del crudele omicidio di don Michele Di Stefano"è arrivato dall'amministratore apostolico monsignor Alessandro Plotti. "Giustizia è stata fatta, anche se don Michele purtroppo non sarà più con noi", ha affermato l’arcivescovo che ha sottolineato come "l’aspetto più drammatico di questa vicenda è che don Michele è stato ucciso per rancore, colpito proprio nella sua caratteristica peculiare che era quella di diffondere amore, fraternità e amicizia fra tutti. Una parola di pietà vogliamo esprimerla per la famiglia dell’assassino - ha concluso monsignor Plotti - a cui umanamente non possiamo concedere il perdono perché la ferita della tragica morte di don Michele rimane ancora aperta in tutta la comunità. L’unica speranza è la certezza che padre Di Stefano, dal cielo, sicuramente avrà uno sguardo di misericordia per il suo assassino e ci conformerà ad avere i suoi stessi sentimenti". "Apprendiamo con sollievo la notizia dell'arresto, da parte dei Carabinieri, dell'assassino di don Michele Di Stefano e allo stesso tempo restiamo sgomenti di fronte alle motivazioni che sembrano essere alla base del gesto", questo il commento del vicario generale della Diocesi di Trapani monsignor Liborio Palmeri a poche ore dal diffondersi della notizia dell'arresto del presunto omicida Antonio Incandela. "L'uccisione di padre Michele - continua Palmeri - appare come il segnale acuto di un degrado umano e sociale delle nostre comunità che non deve essere sottovalutato. C'è un'aggressività, sempre più evidente, nelle relazioni quotidiane che, in casi come questo, rompe gli argini e ci mostra un uomo nel quale i vincoli morali non hanno tenuto". Un gesto assurdo, ma guai a parlare di "follia". Incandela, secondo le risultanze investigative, ha mostrato di agire con premeditazione e lucidità. "Mi auguro che l'aver assicurato alla giustizia il colpevole dell'omicidio di padre Michele sia l'inizio della rinascita della nostra Diocesi - conclude il vicario generale - e che la luce della verità fatta su questo caso allarghi il suo cerchio anche ad altri ambiti". "Siamo usciti da un incubo – ha commentato il parroco di Fulgatore monsignor Gaspare Impastato, compagno di seminario di don Michele – nella frazione c’era attesa e la sospensione dava adito ad un clima spiacevole in cui c’era spazio per interpretazioni fasulle o equivoche che niente avevano a che fare con la vita di don Michele. Pur avendo sentimenti di compassione e di pietà  per chi ha compiuto questo insano gesto, avevamo bisogno di sentire la presenza delle istituzioni e che l’assassino venisse assicurato alla giustizia". La notizia dell'arresto di Antonio Incandela ha suscitato i commenti della piccola comunità di Ummari. "Dopo tanta nebbia, finalmente la luce. Luce sull’orribile delitto che ha strappato la vita a don Michele Di Stefano - così si legge nella nota scritta da  alcuni parrocchiani - ma anche sgomento perché l’omicida ha un nome ed un volto conosciuto ed il suo gesto scellerato ha reso vittima di ciò anche la sua famiglia. Oggi più che mai il pensiero di tutti è rivolto all’amato don Michele ed ai suoi familiari, insieme ai quali sentiamo rinnovato il dolore ed il bisogno di preghiera. Vogliamo ringraziare ad alta voce la magistratura ed i Carabinieri - concludono i parrocchiani - che non hanno risparmiato nessuna energia nel loro lavoro paziente ed incessante per dare giustizia a don Michele".

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