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Assarmatori: nuovi accordi commerciali per garantire all'Italia le materie prime

22 Marzo 2022 11:59, di Redazione
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Ieri pomeriggio incontro con il Sottosegretario Affari Esteri Manlio Di Stefano.

Mar Nero e Mar d’Azov off limits per le unità mercantili italiane. Nei porti russi del Baltico,
come San Pietroburgo e Murmansk, rischio di ritorsione contro le navi italiane per le
sanzioni imposte da Roma e per i sequestri, avvenuti nei giorni scorsi in Italia, di grandi
imbarcazioni russe, in particolare maxi-yacht.

Blocco delle esportazioni verso l’Italia di materie prime essenziali dalla Russia e
dall’Ucraina come acciaio, semilavorati siderurgici, carbone, argilla, ma anche cereali. E,
come conseguenza, un calo di oltre il 20/25% dei trasporti marittimi nel bacino
mediterraneo per alcune compagnie di navigazione.

Questi i temi che il Presidente di Assarmatori, Stefano Messina, ha portato all’attenzione
del Ministero degli Affari Esteri, nell’ambito del tavolo settoriale per la valutazione degli
effetti sulle imprese del conflitto russo-ucraino, che si è riunito ieri pomeriggio, presieduto
dal Sottosegretario Manlio Di Stefano.

Secondo il Presidente di Assarmatori, che ha offerto la piena disponibilità del mondo
armatoriale a fornire collaborazione e informazioni utili al Governo, è oggi necessario per
l’Italia negoziare in tempi brevi nuovi accordi commerciali ad esempio con gli Stati Uniti e
importanti Paesi produttori del Sud America, fra cui il Brasile, nonché con l’India, per
attivare nuovi flussi di approvvigionamento dell’economia italiana visto che i collegamenti
in tal senso con Russia e Ucraina risultano interdetti. Per quanto riguarda il grano tenero,
solo per fare un esempio, dal 1° gennaio al 23 febbraio 2022 (giorno prima dell’inizio del
conflitto) l’Italia aveva importato 142mila tonnellate dall’Ucraina e 116mila dalla Russia.
Oggi questa materia prima ha superato – per la prima volta in Italia – quota 40 euro al
quintale.

Nuovi accordi commerciali eviteranno – ha sottolineato Stefano Messina – un effetto
domino sui prezzi ancor più marcato di quello odierno per carburanti ed energia anche nel
campo delle altre materie prime. E sulla base di questi accordi occorre prevedere al più
presto una ottimizzazione della rete dei collegamenti marittimi che già oggi consentono
all’Italia il rifornimento di tutte le materie prime indispensabili per il Paese.

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