Blitz della Finanza a Sciacca, 7 gli arrestati, coinvolto un ex dirigente della Protezione Civile
I sette sono accusati vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, usura
Sciacca - Sette le persone tratte in arresto stamane dalla Guardia di Finanza di Palermo e di Sciacca: farebbero parte della locale famiglia mafiosa. Cinque sono finiti in carcere e 2 ai domiciliari.Le ordinanze cautelari sono state emesse dal gip di Palermo Fabio Pilato, su richiesta della Dda. Sono 22 complessivamente le persone indagate.
I sette sono accusati vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, usura, corruzione e illecita concorrenza aggravate dalla finalitĂ di agevolare Cosa nostra, ma anche scambio elettorale politico-mafioso e traffico illecito di rifiuti.
Disposti gli arresti in carcere per: Domenico Friscia di Sciacca 61 anni, indagato per associazione di tipo mafioso e scambio elettorale politico mafioso; Domenico Maniscalco, 59 anni di Sciacca indagato per associazione di tipo mafioso, usura aggravata, estorsione aggravata, illecita concorrenza con minaccia o violenza aggravata, traffico illecito di rifiuti; Giuseppe Marciante, 37 anni di Agrigento, indagato per associazione di tipo mafioso e corruzione aggravata; Michele Russo 45 anni di Sciacca (AG) – indagato per associazione di tipo mafioso; Maurizio Costa, 64 anni di Agrigento, indagato per corruzione e falso in atto pubblico. Ai domiciliari sono finiti Rosario Catanzaro, 55 anni di Sciacca, indagato per scambio elettorale politico mafioso; e Vittorio Di Natale, 49 anni di Sciacca, indagato per scambio elettorale politico mafioso.
Le indagini hanno permesso di ricostruire l’esistenza di dinamiche criminali legate all’esercizio di un capillare controllo economico del territorio da parte della famiglia mafiosa di Sciacca, al cui interno sarebbe emersa un’accesa competizione finalizzata a ottenerne la leadership e terminata soltanto alla fine del 2021, dopo la morte dell’anziano capofamiglia Salvatore Di Gangi. A quest’ultimo sarebbe subentrato uno storico uomo d’onore “organico” a Cosa Nostra saccense, già condannato per associazione mafiosa, il quale, come riconosciuto dal gip, si sarebbe affermato grazie alla spiccata capacità di “ergersi come collettore nel settore degli appalti”.
Nello specifico, tra il 2020 ed il 2023, sarebbe stato riscontrato il condizionamento di diversi appalti pubblici, con particolare riferimento alla realizzazione del depuratore, nonché al rifacimento della rete fognaria, dell’area portuale di Sciacca e dell’asilo comunale di Menfi, avvenuto anche grazie al determinante apporto di imprenditori mafiosi che, sostituendosi di fatto alle società aggiudicatarie, avrebbero sistematicamente eluso la normativa antimafia in materia di sub-appalto mediante l’imposizione delle forniture di materie prime e il nolo a freddo di mezzi. Tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare figura anche un pubblico ufficiale, in capo al quale sono
stati ipotizzati i reati di corruzione e di falso, in quanto nel 2021, in cambio dell’esecuzione a titolo gratuito di alcuni lavori presso la propria abitazione, avrebbe agevolato la società riconducibile a uno degli imprenditori mafiosi per l’aggiudicazione dell’appalto relativo alla realizzazione dell’hub vaccinale di Sciacca, attestando falsamente il possesso di una certificazione indispensabile per l’ottenimento della commessa.
Gli elementi acquisiti nel corso delle investigazioni avrebbero inoltre consentito di riscontrare l’intervento del citato pubblico ufficiale per favorire l’affidamento diretto a favore della citata società dei lavori relativi allo “sgombero e ripristino del manto stradale nel Comune di Lucca Sicula (AG)”, al “ripristino della pavimentazione stradale di collegamento in alcune contrade del comune di Caltabellotta” e all’ “l’intervento di recinzione dell’area posta sotto sequestro dell’A.G. in località Scala dei Turchi nel comune di Realmonte”. Infine, le attività d’indagine avrebbero disvelato, il tentativo di influenzare le elezioni comunali di Sciacca del 2022. In tale contesto, il nuovo reggente della famiglia mafiosa avrebbe incontrato un candidato al Consiglio Comunale per garantirgli appoggio politico, episodio per il quale il G.I.P. ha ritenuto ricorrenti elementi idonei a
configurare il reato di “scambio elettorale politico mafioso”.
Per l’esecuzione dei provvedimenti sono stati impiegati oltre 100 militari della Guardia di Finanza, in forza ai Reparti di Palermo e Agrigento, che stanno inoltre effettuando perquisizioni in diverse province siciliane e nel Molise, presso abitazioni e sedi societarie nella disponibilità di 22 indagati.
© Riproduzione riservata
Dello stesso argomento
Ex senatore Antonio D'Alì. Rigettato dalla Cassazione il ricorso presentato dai legali
Processo medico Alfonso Tumbarello, oggi sentiti tre medici della clinica La Maddalena
Processo Herme3. Comminate condanne per complessivi 50 anni e 4 mesi
Indagato per favoreggiamento l'ex magistrato Gioacchino Natoli
Processo "Hesperia", l'accusa chiede sette condanne
Bancarotta fraudolenta aggravata dal metodo mafioso, misure cautelari per 10 persone
Rinvenimento di ossa umane a Castellammare del Golfo: indaga la Polizia
Giallo a Palermo, 59enne arriva in ospedale con un proiettile nella gamba
I più visti
Bagno fatale a San Vito Lo Capo per un turista di Milano
Scossa di magnitudo stimata 4.4 a Erice
Per la morte di Nicolò Giacalone condannato titolare e dipendente Sud Marmi
Cous cous Feste. Dieci grandi live, tutti gratuiti, sulla spiaggia di San Vito Lo Capo
Cade dal balcone e muore. Tragica fatalitĂ o gesto volontario?