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Alcamo | Cronaca

Business accoglienza migranti a Trapani. Notificato avviso chiusura indagine, tra gli indagati Norino Fratello

13 Luglio 2020 11:52, di Redazione
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Quattordici le persone coinvolte indagate a vario titolo per estorsione, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, evasione fiscale, mancato versamento dei contributi.

(Fonte AGI) Erano riusciti a far ritirare una querela e minacciavano un avvocato che difendeva un loro prestanome che aveva iniziato a denunciare ai pm di Trapani il business dell'accoglienza ai migranti. Dietro a tutto c'era Norino Fratello, 57enne ex deputato regionale di Alcamo (Trapani) che nel 2006 patteggiò una condanna per mafia, arrestato nuovamente nel 2018 nel blitz dei carabinieri 'Brother', per essere tornato a gestire vecchie e nuove cooperative che gestivano alcuni centri per migranti. Poche settimane dopo però tornò in libertà su disposizione del Riesame. Adesso la procura di Trapani (procuratore aggiunto Maurizio Agnello, sostituti Sara Morri e Francesca Urbani) ha notificato l'avviso di conclusione indagini per 14 persone, indagate a vario titolo per estorsione, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, evasione fiscale, mancato versamento dei contributi. Si tratta di Maria Adragna, Davide Amodeo, Gaetano Calvaruso, Cristina Coppola, Benedetto Costantino, Antonino D'Angelo, Sebastiano D'Angelo, Maria Fileccia, Norino Fratello, Salvatore Fratello, Baldassare Marchese, Patrizia Messina, Anna Maria Montemagno e Marisa Oliveri.

L'ex deputato Norino Fratello è accusato di aver violato le prescrizioni previste per i condannati per mafia, controllando in maniera occulta quattro coop (Dimensione Uomo 2000, Letizia, Consorzio Servizi e Solidarietà, Benessere) che gestivano dei centri d'accoglienza ad Alcamo e Castellammare del Golfo, con picchi di 250 migranti, e due società di gestione di centri sportivi (Wellness Sport Center e Sport-E) oltre che una multiproprietà a Favignana. Nel corso dell'indagine sono emersi i contatti politico-affaristici per l'apertura di alcuni centri d'accoglienza con un altro ex deputato, Giovanni Lo Sciuto, poi arrestato nel blitz Artemisia con l'accusa di truffa e corruzione, oltre che per aver costituito una loggia massonica coperta e recentemente tornato ai domiciliari. Secondo i pm Fratello avrebbe percepito indebitamente dall'Inps delle indennità di maternità di cinque dipendenti, "in realtà mai corrisposta ai lavoratori". Ma è accusato anche di estorsione in concorso con Antonino D'Angelo e Benedetto Costantino, 73 enne sfuggito a un agguato di mafia e fratello di un indiziato mafioso ucciso nel 1989 dal latitante Matteo Messina Denaro. Nel mirino erano finiti l'ex prestanome Lorenzo La Rocca, che nel 2015 decise di raccontare ai magistrati il sistema delle cooperative, e il suo legale di fiducia, l'avvocato Josè Libero Bonomo. I fatti contestati risalgono all'ottobre 2017, quando con "minacce, implicite, in ordine ai 'guai' che avrebbe passato (l'avvocato ndr) laddove non avesse rinunciato all'assistenza legale in favore di Lorenzo la Rocca o comunque non avesse modificato le memorie difensive redatte nell'ambito del predetto mandato difensivo". Le richieste riguardavano un procedimento pendente davanti al Tribunale di Palermo (sezione Lavoro), in cui La Rocca "aveva chiamato in causa Fratello in qualità di effettivo titolare della gestione".

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