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Caccia aperta dal 2 settembre, le proteste delle associazioni ambientaliste

13 Agosto 2017 16:24, di Redazione
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Proteste degli ambientalisti e polemiche anche da alcune parti politiche dopo la decisione dell'Assessorato all'Agricoltura di dare il via al calendar...

Proteste degli ambientalisti e polemiche anche da alcune parti politiche dopo la decisione dell'Assessorato all'Agricoltura di dare il via al calendario venatorio già il prossimo 2 settembre. "In una Sicilia dove gli incendi stanno devastando boschi, parchi e riserve ed estesissime aree rurali di particolare interesse per la fauna selvatica, con un caldo torrido e una siccità impietosa che stanno decimando gli animali selvatici sopravvissuti, questo calendario venatorio rappresenta una incredibile e sciagurata dichiarazione di guerra contro la fauna». A dichiararlo, in una nota, sono le associazioni WWF, Legambiente, Man, Italia Nostra e Lipu che "biasimano la scelta dell'assessore Cracolici di emanare un calendario in aperto contrasto con le direttive UE e con i principi scientifici per la conservazione della fauna, dimostrando di non voler neppure assicurare quel minimo di doverosa attenzione alle esigenze di tutela del patrimonio faunistico". Il calendario venatorio siciliano 2017/2018 prevede l’apertura della caccia il 2 settembre e la chiusura il prossimo 31 dicembre, con la limitazione del 30 novembre per il coniglio. Secondo le associazioni ambientaliste si tratta di "una deroga eccezionale per sparare anticipatamente a conigli (in fortissima diminuzione), colombacci, tortore, merli, gazze e ghiandaie. Una iattura per la fauna, poiché la caccia a settembre comporta un gravissimo impatto sulle popolazioni selvatiche: la tarda estate è un momento particolarmente delicato nel ciclo biologico di varie specie e molti giovani esemplari non sono ancora autonomi". "Quest’anno - ha replicato Cracolici - abbiamo consentito la pre apertura per la cattura del coniglio, che abbiamo ridotto ad un solo esemplare giornaliero, per una somma complessiva, [ndr per cacciatore] di 20 per tutto il periodo in cui è aperta la caccia". Il sistema del numero massimo si basa sulle autocertificazioni dei cacciatori che, sul tesserino venatorio, devono segnare ogni giorno, quanti e quali animali sono stati catturati. I controlli sono affidati al personale del Corpo Forestale, la mattina e a fine giornata. Gli ambientalisti sottolineano che la decisione della Regione Siciliana va nella direzione opposta rispetto alle indicazioni dell’Ispra, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - a cui spetta la valutazione tecnica della sostenibilità, delle modalità e dei tempi della caccia su tutto il territorio italiano - che ha espresso parere sfavorevole sui tempi e sulle modalità indicate nella proposta di calendario venatorio. Già prima che scoppiassero gli incendi che hanno devastato diverse aree della Sicilia, si raccomandava di iniziare l'attività venatoria ad ottobre [ndr solitamente in Sicilia inizia dopo la metà di settembre], di ridurre il periodo di caccia per molte delle specie e di diminuire le specie cacciabili – sottolinea Giuseppe Rannisi, delegato Lipu –. E invece il calendario venatorio consente di sparare a ben 12 specie di uccelli in forte diminuzione: canapiglia, codone, mestolone, moriglione, starna, quaglia, pavoncella, beccaccia, beccaccino, tortora, allodola e tordo sassello". Per l'assessore regionale "il parere dell’Ispra non è vincolante, anche perché valuta le specie di tutto il territorio nazionale, mentre noi abbiamo caratteristiche ambientali diverse rispetto, per esempio, alle aree del Centro-Nord o a quelle più fredde, e che differenziano le varie tipologie di fauna che in alcuni periodi possono essere cacciate e in altri no. Lo stesso Istituto ci indica anche le specie che è possibile cacciare per la pre apertura. Abbiamo ascoltato tutti i punti di vista dei più importanti portatori di interesse, ognuno ha dato le proprie opinioni, rispettabilissime ma non supportate da nessuna valutazione scientifica". Il rappresentante della Lipu sostiene che il calendario venatorio andava pubblicato a giugno, per "consentire ai portatori di interesse di avere la possibilità di fare ricorso al Tar nei tempi necessari per poter correggere, prima dell'apertura della stagione venatoria, eventuali illegittimità palesi" e definisce "un triste capitolo" quello della caccia in Sicilia: "Non si vuole gestire la fauna ma solo sparare fino a quando c'è un solo animale libero – accusa –. Non si capisce che le risorse naturali stanno scomparendo e che il diritto al divertimento non può superare regole ecologiche e di buonsenso". Intanto, da quest'anno, è stata introdotta per i cacciatori, una fascia di rispetto di cento metri dal perimetro esterno delle aree interessate da incendi. "Gli animali sfuggiti alla siccità e agli incendi dei boschi - commenta il candidato alla presidenza della Regione Franco Busalacchi - frutto, questi ultimi, dell’incapacità amministrativa di Cracolici che ha lasciato le aree verdi dell’Isola senza opere di prevenzione del fuoco, debbono, adesso, fronteggiare le doppiette dei cacciatori siciliani”. Secondo Busalacchi “sparare agli animali è una manifestazione di inciviltà, di incultura e di insensibilità. Gli animali vanno tutelati e non ammazzati per il piacere sadico di gente che va a caccia”. "Quando governeremo noi - conclude Busalacchi - la caccia in Sicilia verrà definitivamente bandita. I cacciatori, per quanto mi riguarda, potranno emigrare. E gli animali della Sicilia potranno vivere liberi e felici. L’assessore Cracolici lasci perdere Diana, dea della caccia, e si dedichi a Venere”.

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