Campobello. Ingannata e violentata dal branco. I carabinieri arrestano 4 giovani [VIDEO]
Sono accusati di violenza sessuale di gruppo aggravata
I primi due sono finiti direttamente in carcere, gli altri due ai domiciliari.
C'è anche minorenne coinvolto. Le sue iniziali sono G.V. e per lui si procede separatamente, proprio perché non ha ancora 18 anni.
Supportata dal fratello e da una amica, la giovane di 18 anni di Campobello ha deciso di denunciare i cinque ragazzi che l'hanno violentata. E' quanto emerge dalle carte dell'inchiesta che stamattina ha portato all'arresto di quattro giovani (per il quinto, minorenne, si procede separatamente). La giovane ha trovato la forza di raccontare tutto ai genitori grazie al fratello, preoccupato per quello che era successo: doveva andare ad una festa, tornando per le 22, perchè c'era il coprifuoco. Ma la ragazza non tornava a casa ed i genitori erano preoccupati.
Quando il fratello si è insopettito, ha chiamato uno dei ragazzi che sospettava fosse con la giovane, ed è stato anche ingannato. Gli hanno detto che erano insieme, ad una festa, mentre in realtà , in quella casa c'erano solo loro. E solo dopo le insistenze del fratello la povera ragazza è stata "restituita" alla famiglia, intorno alle due, con i genitori svegli e preoccupati, perchè era visiblmente sotto schock.
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Due arresti in carcere e due ai domiciliari per violenza sessuale di gruppo aggravata. Riguardano 4 giovani di età compresa tra i 20 e i 24 anni di Campobello di Mazara. La denuncia della vittima e le indagini dei militari dell'arma hanno consentito di far luce su una drammatica vicenda di violenza sessuale ai danni di una ragazza durante una festa privata organizzata dai suoi stessi “aguzzini”.
Le ordinanze di custodia cautelare emesse dal GIP del Tribunale di Marsala su richiesta della Procura sono state eseguite nella notte dai carabinieri della Compagnia di Mazara del Vallo e scaturiscono da articolate attivitĂ investigative - condotte dai militari della Sezione Operativa del NORM di Mazara del Vallo e della Stazione di Campobello di Mazara.
Le indagini sono state condotte con intercettazioni telefoniche e ambientali, ad essere sentiti alcuni dei partecipanti a quella festa. Il giudice ha firmato l’ordinanza per il pericolo di inquinamento probatorio ma anche perché il branco pare avesse intenzione di organizzare ancora un’altra festicciola per ripetere un’altra violenza sessuale. Si tratta di giovani conosciuti in paese alle dipendenze di aziende del luogo.
Tutto è cominciato poco più di due mesi fa. L’8 febbraio la giovane, una studentessa di appena 18 anni, ha deciso di rompere però il silenzio e si è rivolta ai Carabinieri raccontando loro che pochi giorni prima era stata invitata ad una festa all’interno di un’abitazione estiva a Tre Fontane a Comune di Campobello di Mazara. La stessa, era stata rassicurata dalla presenza di due suoi “amici di vecchia data” – (oggi agli arresti domiciliari) e ingannata dagli altri due (attualmente in carcere) poiché convinta che ci sarebbero state altre ragazze. Ha quindi accettato di partecipare a quella che sarebbe dovuta essere una semplice “mangiata” tra amici.
Dopo alcuni momenti trascorsi tra musica e alcol la giovane consumava un rapporto sessuale consenziente con uno dei ragazzi all’interno di una stanza che si trova al piano superiore dell’abitazione. Pochissimi istanti dopo l’inizio del rapporto, il giovane non ha però esitato ad invitare gli altri amici; sebbene il ripetuto diniego della giovane, i ragazzi agendo secondo la “logica del branco” profittavano della sua inferiorità fisica e psichica che le impediva di resistere. Neppure le urla di aiuto facevano desistere i presunti autori dall’odioso crimine tanto da provocare sul corpo della ragazza lividi e contusioni dovuti ai suoi vani tentativi di sottrarsi alle violenze che proseguivano tra le risate compiaciute di tutti i presenti.
Quella stessa sera avevano inizio le incessanti attività dei militari dell’Arma coordinati dalla Procura di Marsala che, attraverso l’attivazione di intercettazioni telefoniche e ambientali, la raccolta di sommarie informazioni a caldo delle persone variamente coinvolte nella vicenda e il sequestro degli smartphone degli odierni indagati, hanno permesso di raccogliere molteplici elementi di prova funzionali alla formulazione di un quadro indiziario nei confronti dei quattro giovani arrestati.
Al fine di consentire la genuina prosecuzione delle attività investigative in itinere il GIP del Tribunale di Marsala, condividendo quanto sostenuto dall’accusa, ha inteso adottare misure cautelari che tenessero conto delle diverse condotte degli indagati evidenziando il pericolo di inquinamento probatorio, l’alta probabilità di reiterazione del reato in considerazione della presunta pericolosità sociale e dalla personalità dei giovani accusati - emerse durante la fase preliminare d’indagine.
Al termine delle formalità di rito per i giovani che materialmente abusarono della giovane vittima si sono aperte le porte del Carcere di Trapani mentre gli altri due sono stati posti agli arresti domiciliari. Subito dopo la denuncia è scattato immediatamente il protocollo previsto dal codice rosso a tutela delle vittime di violenza e maltrattamenti.
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